giovedì, 28 Marzo 2024

Film fasulli per ripulire denaro della camorra: 9 arresti. Coinvolti un carabiniere e un poliziotto

Da Napoli alle alle società riconducibili al produttore cinematografico con fatture che avrebbero attestato false sponsorizzazioni in film. Il denaro sarebbe così tornato poi pulito a Napoli.

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Devono rispondere di riciclaggio in concorso con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, emissione e uso di fatture per operazioni inesistenti a vario titolo. Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri a Roma hanno arrestato 9 persone questa mattina. La Guardia di Finanza, invece, ha dato esecuzione al sequestro preventivo di 1 milione e 500mila euro, frutto del riciclaggio secondo gli inquirenti.

Come funzionava il sistema di riciclaggio

Questi arresti seguono quelli scattati il 18 gennaio 2022 da parte dei Carabinieri. In quel caso, le accuse erano di narcotraffico. Durante le indagini, i militari avevano scoperto il tentativo di sequestro di persona ai danni di un imprenditore, reo di aver contratto un debito con un clan di camorra. Il clan si sarebbe fatto aiutare da un produttore cinematografico, ma l’impresa non è andata a buon fine. Così le indagini hanno messo in luce un sistema di riciclaggio tra Napoli e Roma. Per evidenziarlo, sono state necessarie intercettazioni, pedinamenti e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

Stando alle indagini, il clan avrebbe prelevato i contanti a Napoli, trasportandoli senza destare sospetti grazie alla complicità di un poliziotto e di un carabiniere. Il denaro sarebbe arrivato poi in un’azienda vitivinicola compiacente. Da lì si sarebbero spostati alle società riconducibili al produttore cinematografico con fatture che avrebbero attestato false sponsorizzazioni in film. Il denaro sarebbe così tornato poi pulito a Napoli dalle società del produttore cinematografico alle aziende che sarebbero collegate con il clan.

In un caso una società del produttore avrebbe emesso fatture per oltre 1,2 milioni di euro a un’azienda che vendeva bevande alcoliche all’ingrosso in provincia di Roma. La società cinematografica avrebbe ricevuto poi fatture per circa un milione di euro da diverse aziende nel Napoletano.

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