venerdì, 29 Marzo 2024

Guerra in Ucraina, bombe su ospedali e scuole di Lugansk: 4 morti. A Kiev premier polacco ceco e sloveno

Zelensky insiste sulla no fly zone. Decisiva sembra essere la posizione che assumerà la Cina. Pechino, secondo i principali media statunitensi, sembra pronta ad intervenire nell'assedio al fianco dei Russi. Nuovo round dei colloqui tra le delegazioni.

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Ventesimo giorno consecutivo di bombardamenti sull’Ucraina, e cessate il fuoco che appare ancora piuttosto distante. Dai colloqui di ieri le parti sono uscite senza alcuna soluzione concreta al conflitto, neppure temporanea. Mentre a Lugansk, questa mattina, ospedali e scuole sono stati presi d’assedio. Le vittime, al momento, sono quattro. Zelensky continua a ribadire la richiesta di No Fly Zone nei cieli ucraini, e avverte: “Se non verrà istituita quanto prima, i razzi russi presto cadranno sul suolo Nato”. In giornata, è previsto l’arrivo a Kiev dei premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia per incontrare il presidente. “Lo scopo della visita è quello di confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina, e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini”, si legge in una nota congiunta.

Rispettive minacce

Gli Usa, intanto, minacciano l’embargo totale nei confronti della Russia che, dal canto suo, mette in guardia le aziende occidentali del proprio Paese: “I manager che criticano o mettono in discussione l’operato del governo potrebbero essere arrestati, e gli asset delle società che si ritirano dalla Nazione sequestrati”.

Le parole di Podolyak

Nella tarda serata di ieri, il consigliere ucraino Mikhail Podolyak ha dichiarato che i gruppi di lavoro messi a punto nell’ambito dei negoziati con la Russia sono costantemente attivi e che nuovi colloqui a distanza avranno luogo a breve. “I negoziati continueranno senza sosta sotto forma di video conferenze”, ha detto. “Una vasta gamma di questioni richiede un’attenzione continua. Presto si terrà una nuova sessione di negoziazione per riassumere i risultati preliminari ottenuti nella giornata di ieri”.

Il pendolo cinese

Decisiva, ad ogni modo, sembra essere la posizione che assumerà la Cina. Pechino, fino a questo momento, si è mantenuta più o meno imparziale ma, secondo i principali media statunitensi, il governo cinese sarebbe pronto ad intervenire nell’assedio al fianco dei Russi. Ieri si è tenuto, a tal proposito, un incontro a Roma tra il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e il direttore dell’Ufficio della Commissione per gli Esteri cinese, Yang Jiechi. Il vertice è durato quasi otto ore e, secondo Sullivan, Pechino sarebbe disposta a fornire armamenti e sostegno militare alla Russia. Da Whashington, in ogni caso, è giunto l’ordine di mantenere aperti i colloqui con la Cina, e convincerla ad assumere un ruolo di mediatrice all’interno del conflitto.

 

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