venerdì, 29 Marzo 2024

È morto a 71 anni l’attore William Hurt

Da un'infanzia difficile ad una vita abbastanza turbolenta per varie vicissitudini, personali e per uso di droga, ma malgrado questo ha avuto una carriera folgorante trascinata dal suo carisma profondo ed affascinante.

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E’ morto William Hurt, grande attore vincitore dell’Oscar nel 1986 per “Il bacio della donna ragno” è morto oggi, a 71 anni, per cause naturali a pochi giorni dal suo compleanno, lo ha confermato la stesa famiglia. È stato un vero divo se pur timido e molto seducente, interprete versatile e camaleontico,

Premio Oscar per “Il bacio della donna ragno” nel 1986, candidato di nuovo alla statuetta nel 1987 per “Figli di un dio minore” di Randa Haines, nel 1988 per Dentro la notizia di James L. Brooks e nel 2006 per A History of violence di David Cronenberg. Candidato anche ai Tony Award nel 1985 per Hurlyburly e due volte agli Emmy Nel 2009 per la serie Damages e nel 2011 per il film tv Too Big to Fail – Il crollo dei giganti.

Da un’infanzia difficile ad una vita abbastanza turbolenta per varie vicissitudini, personali e per uso di droga, ma malgrado questo ha avuto una carriera folgorante trascinata dal suo carisma profondo ed affascinante. È stato subito candidato al Golden Globe come miglior attore emergente, conferma il suo successo un anno dopo con altro regista inglese, Peter Yates che in “Uno scomodo testimone”, da li a poco diventa una star di Hollywood e un sex symbol per il pubblico mondiale. Lawrence Kasdan lo vuole come protagonista del noir “Brivido caldo” dal racconto di James C. Cain. Questa colaborazione continuerà nel tempo oltre che alla loro amicizia ed intesa nata proprio sul set: da “Il grande freddo” dell’83 a “figli di un dio minore” (1986), da “Turista per caso” (1988) a “T’amerò fino ad ammazzarti” (1990). Seguono il thriller con “Gorky Park” di Michael Apted (1983), Oscar come miglior attore per “Il bacio della donna ragno” di Hector Babenco (1985). Woody Allen lo scrittura per “Alice” (1990) e Wim Wenders poi in “Fino alla fine del mondo” del ’91, ancora di Luis Puenzo con la “La peste” o Chris Menges in “Un padre in prestito” fino a “Smoke” di Wayne Wang del 1995. Nel 2001 si ricorda di lui Steven Spielberg per uno dei suoi film più ambiziosi e meno considerati, “A.I. – Intelligenza artificiale”.

Seguiranno alcune collaborazioni maiuscole come “History of Violence” di David Cronenberg (2005), “The Good Shepherd” di Robert De Niro (2006), “Into the Wild” di Sean Penn. La sua autoironia ed il suo essere cangiante in “The Village” di M. Night Shyamalan, “L’incredibile Hulk” di Louis Letterier, “La contessa” di Julie Delpy, “Robin Hood” di Ridley Scott, “The Host” di Andrew Niccol, “Captain America: Civil War” di Anthony e Joe Russo così come la serie degli “Avengers” e molte delle sue più recenti apparizioni televisive.

Ultime produzioni sono “Black Widow” o il militaresco “Era mio figlio” di Todd Robinson in cui ha diviso il set con Peter Fonda. La sua ultima interpretazione resterà quella del Pere La Chaise ne “La figlia del re”, drammone storico con Pierce Brosnan nei panni de Re Sole.

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