Costruito attorno a una bellissima e irrequieta acustica prima di trasformarsi in una violenta iperattività strumentale, “Of The New Day” è un brano in netto contrasto con “Harridan” – primo singolo estratto dal disco – e mostra la capacità della band di creare melodie spettrali.
«È una canzone di rinascita, che emerge dall’oscurità – ha dichiarato Steven Wilson in merito – Sembra quasi semplice, una tipica ballata in pieno stile Porcupine Tree. Tutto questo fino a quando non si nota che la lunghezza delle barre cambia costantemente, alternando barre nei tradizionali 4/4 a 3/4, da 5/4 ai 6/4, 11/4, quindi la traccia non ha mai un ritmo definito. È quello che a volte i Porcupine Tree sanno fare molto bene, partire da un’idea di base che è quasi intellettuale o matematica, ma che risulta in un modo che suona completamente naturale e comprensibile. O almeno, spero che non sembri che vogliamo essere intelligenti giusto per il gusto di farlo, o che vogliamo mettere la tecnica prima della musicalità. A meno che ovviamente non ci si voglia effettivamente concentrarsi su quel lato della composizione».
“CLOSURE/CONTINUATION” è l’undicesimo album in studio dei Porcupine Tree. È stato registrato sporadicamente e in tranquillità nel corso dell’ultimo decennio e completato nel momento in cui la pandemia ha interrotto i live tra il 2020 e il 2021, periodo che si riflette nei testi irrequieti e spesso travagliati dell’album, come nell’inquietante intro di “Herd Culling” (“Son, go fetch the rifle now/I think there’s something in the yard“), nell’appello dei despoti che attirano l’attenzione nella parte finale di “Rats Return”, o nell’abbandonarsi alle onde del protagonista di “Walk The Plank”.
Composto da 7 brani, “CLOSURE/CONTINUATION”