venerdì, 29 Marzo 2024

Superbonus edilizio, 110 di nome e di truffa: consorzio finisce nei guai sequestro da 83 milioni a Napoli – VIDEO

La misura fa seguito all’esecuzione del sequestro dei crediti d’imposta fittizi relativi al “Superbonus 110%”, originati da un Consorzio operante nel settore edile, pari a circa 110 milioni di euro.

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Ben 83 milioni di euro sono stati sequestrati, come provento di attività illecita per crediti d’imposta fittizi relativi all’agevolazione fiscale del Superbonus 110%. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha così dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo del denaro, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli e convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale.

La misura fa seguito all’esecuzione del sequestro dei crediti d’imposta fittizi relativi al “Superbonus 110%”, originati da un Consorzio operante nel settore edile, pari a circa 110 milioni di euro. L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del bonus in materia edilizia previsto dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020), un beneficio fiscale riconosciuto nella misura del 110% dell’ammontare delle spese sostenute per la realizzazione di una serie di interventi di ristrutturazione edilizia finalizzati all’efficientamento energetico. Dalle risultanze dell’analisi è stata constatata la percezione del beneficio da parte del Consorzio con sede a Napoli, propostosi quale general contractor per l’esecuzione di lavori, non ancora avviati, a favore di soggetti privati situati sull’intero territorio nazionale.

I crediti fittizi, pari a 110 milioni di euro circa, erano stati concessi al Consorzio grazie allo sconto in fattura. Gli stessi erano stati poi parzialmente monetizzati mediante la cessione a intermediari finanziari. Ciò è stato realizzato tramite la produzione di documentazione fiscale e tecnica attestante uno stato di avanzamento lavori con una percentuale superiore al 30%, munita di visto di conformità apposto da consulenti fiscali e di asseverazione da parte di geometri. Alcuni di questi ultimi, in particolare, in sede di esecuzione delle perquisizioni domiciliari e locali effettuate lo scorso gennaio, si sono dichiarati completamente estranei ai fatti, ipotizzando la redazione di documentazione falsa riportante le proprie firme.

Al fine di porre freno all’attività delittuosa, la Procura della Repubblica di Napoli lo scorso gennaio aveva emesso la misura cautelare d’urgenza del sequestro dei crediti così da interromperne la circolazione, disponendo contestualmente le perquisizioni finalizzate a individuare i responsabili e consentire agli ignari cittadini coinvolti di adottare iniziative idonee a tutelare i loro interessi: molti di loro, infatti, hanno deciso di sporgere querela contro il Consorzio, dichiarando la loro completa estraneità ai fatti. La Procura di Napoli ha da ultimo emesso anche il decreto di sequestro preventivo d’urgenza del profitto del reato per un importo pari a oltre 83 milioni di euro (corrispondente alla quantità dei crediti monetizzati), da eseguire sui conti correnti degli indagati. Il decreto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale partenopeo.

 

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