Accusato ingiustamente di un aver violentato una donna in una ex fabbrica di Torino, con la prospettiva di dover affrontare un processo penale. È accaduto a un cittadino africano, scagionato oggi da un giudice di Torino durante l’udienza preliminare. I fatti risalgono a dicembre 2020, quando la vittima dello stupro ha riconosciuto l’uomo tra otto foto segnaletiche e lo ha denunciato. Da qui è iniziata la vicenda giudiziaria, durante la quale l’accusato ha dichiarato a più riprese la sua innocenza.
Il giudice ha disposto così l’esame del dna per l’incidente probatorio. La scienza per fortuna è venuta in suo aiuto. Il profilo genetico del bracciante agricolo non corrisponde infatti a quello trovato sui vestiti che la vittima indossava quel giorno. Ora le indagini devono ripartire da zero, mentre la Procura ha richiesto l’archiviazione di tutte le accuse contro di lui.