martedì, 19 Marzo 2024

Guerra in Ucraina, Draghi: “Obbligati a scelte impensabili”. Kharkiv devastata dalle bombe

Lukashenko annuncia che la Bielorussia non scenderà in campo al fianco della Russia, ma i suoi militari vengono avvistati in Ucraina. Draghi definisce intollerabile, premeditata e immotivata l'aggressione di Putin ed eroica la resistenza di Zelensky e degli ucraini.

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Sesto giorno consecutivo di bombardamenti su Kiev e Kharkiv. Nella notte l’artiglieria russa ha incessantemente preso di mira la vicina città di Okhtyrca, provocando la morte di 70 militari ucraini. Al confine con la Polonia quasi 150 studenti sono stati aiutati dai soldati polacchi a raggiungere l’aeroporto di Varsavia. Sul fronte bielorusso, invece, Lukashenko ha annunciato all’agenzia di stampa statale Belta la ferma intenzione di non unirsi alle operazioni militari russe, ma alcuni dei suoi soldati sono stati avvistati in Ucraina. Il presidente ha poi smentito le accuse da parte di Kiev secondo cui le truppe di Putin avrebbero attaccato l’Ucraina sfruttando il suolo bielorusso, e sottolineato come, al massimo, sia avvenuto il contrario.

Bombardato edificio governativo a Kharkiv

A metà mattinata, le forze russe hanno scagliato un missile contro la sede del governo regionale di Kharkiv. Il comando operativo ucraino ha confermato l’attacco, ha affermato che l’obiettivo dei russi era quello di uccidere il Governatore e la squadra che con lui guida la difesa della città. L’edificio, tuttavia, è rimasto in gran parte integro. Sono state aggredite, inoltre, diverse aree residenziali della città. Il bilancio è di 11 morti e 44 feriti.

Le parole di Lukashenko e gli aiuti da tutto il mondo

“Le divisioni antiaeree e missilistiche ucraine si preparavano a colpire le truppe russe in Bielorussia – ha detto. – Le nostre difese aeree sono state messe in allerta per impedire gli attacchi”. Da tutto il mondo, intanto, ci si mette in moto per sostenere la resistenza ucraina. L’Australia ha annunciato che invierà 75 milioni di dollari, di cui 50 in aiuti militari e 25 per aiuti umanitari. Secondo i nostri dati, poi, si sono iscritti, da domenica ad oggi, circa 400 uomini, di cui 50 americani e 70 britannici, ad un’unità di volontari stranieri a sostegno delle truppe ucraine. Dalla Norvegia, infine, sono pronti rifornimenti militari ed umanitari per un valore complessivo di 226 milioni di dollari.

Il discorso di Draghi al Parlamento

Mario Draghi, nel discorso tenuto questa mattina al Parlamento, ha parlato di aggressione premeditata e immotivata della Russia che ci porta indietro di 80 anni. Secondo il premier, non si tratta solo di un attacco ad un Paese libero e sovrano, ma ai nostri valori di libertà e democrazia. “L’Italia – ha detto Draghi – non intende voltarsi dall’altra parte. Le nostre forze aeree in Romania saranno raddoppiate, e ce ne sono ulteriori in stato di pre-allerta. Si tratta di un primo contingente di 1.400 militari e di un secondo di 2mila unità”.

“Molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa – ha continuato il premier. – Le immagini da Kiev, Kharkiv e Maripol segnano la fine di questa illusione. L’eroica resistenza del popolo ucraino e del suo presidente Zelensky ci mettono davanti una nuova realtà, e ci obbligano a compiere delle scelte impensabili fino a pochi mesi fa. Tollerare una guerra di aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio in maniera irreversibile la sicurezza e la pace in Europa. Non possiamo tollerare che questo accada. Il gesto di attivazione della deterrenza nucleare da parte di Putin è grave, ma dimostra quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano efficaci. Nell’immediato – ha concluso – non si vedono rischi per le forniture di gas, ma non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese”.

La situazione alla frontiera e le intenzioni di Putin

Nel frattempo, a detta delle Nazioni Unite per i rifugiati, più di 660mila persone sono fuggite dall’Ucraina in cerca di sicurezza verso altri Paesi. L’esodo ha innescato una grave crisi di gestione ai valichi di frontiera, con migliaia di persone che attendono il passaggio nei vicini stati europei e sovente distinzione arbitraria da parte dei militari preposti allo smaltimento. L’agognato cessate il fuoco, d’altro canto, non sembra essere nei piani di Putin, almeno per il momento. E la Russia continua a ritenere inaccettabile che le armi nucleari USA si trovino in Europa. Nei prossimi giorni, intanto, è previsto un nuovo incontro tra le parti, che ad oggi appaiono distanti, ma che non escludono un possibile riavvicinamento.

 

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