giovedì, 18 Aprile 2024

Fatture false per oltre 190 milioni di euro: indagati notai commercialisti e funzionari di banca

Sotto sequestro denaro contante e disponibilità finanziarie per oltre 1 milione e 150 mila euro, due autovetture di lusso, orologi, gioielli e accessori di pelletteria.

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura della Repubblica di Milano, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, successivamente convalidato dal G.I.P., nei confronti di un cittadino di origine cinese. Hanno inoltre eseguito decreti di perquisizione locale e personale e sequestro, presso dieci unità abitative riconducibili agli indagati, due studi notarili, due studi commercialisti e quattordici filiali di istituti di credito. Oltre al fermato sono indagati altri cinque soggetti di nazionalità cinese, due commercialisti, due notai e cinque funzionari di istituti di credito, tutti italiani.

Tali provvedimenti costituiscono l’epilogo di complesse indagini di polizia giudiziaria, condotte dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Milano, sostanziatesi nell’approfondito esame delle risultanze di acquisizioni di movimentazioni e documentazione bancaria, nell’effettuazione di indagini tecniche nonché in attività di riscontro sul territorio. Le contestazioni allo stato mosse riguardano un’associazione per delinquere, operante con il concorso esterno di professionisti e funzionari di banche, finalizzata alla commissione di più delitti fra cui quelli di appropriazione indebita, riciclaggio ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti.

Il soggetto sottoposto a fermo, con la contestazione di promotore e ideatore dell’associazione per delinquere, avrebbe provveduto personalmente ad interfacciarsi con i professionisti indagati per la costituzione di 46 tra società e ditte individuali, la cui rappresentanza formale era assegnata a meri prestanome. Allo stato delle ricostruzioni, l’associazione per delinquere avrebbe emesso 10.025 fatture per operazioni oggettivamente inesistenti nei confronti di 1.068 clienti, per un importo complessivo pari a 191 milioni 978mila 217 euro allo scopo di consentire a terzi imprenditori di effettuare bonifici per i medesimi importi, così drenando enormi quantità di denaro dalle proprie aziende. La provvigione per l’illecita attività, variava tra l’1 e il 6%.

L’associazione aveva come obiettivo quello di garantire agli amministratori di talune società la possibilità di fare fuoriuscire ingenti somme di denaro dai conti correnti delle stesse, e agli evasori fiscali cinesi, che invece avevano grandi disponibilità di contanti, il trasferimento dei capitali in Cina. In questo sistema, le fatture false avevano la funzione di giustificare l’enorme flusso di bonifici ricevuti e ordinati dalle società fittizie, in modo da non incappare nella rete dei controlli previsti dalla normativa di prevenzione antiriciclaggio. Il capo dell’organizzazione poteva contare su referenti dipendenti dagli istituti di credito ove venivano fatti transitare i soldi, con i quali personalmente intratteneva rapporti e studiava strategie per evitare che le operazioni finanziarie venissero segnalate alle autorità competenti.

L’esecuzione dei decreti del Pubblico Ministero ha consentito alle Fiamme Gialle di rinvenire e sottoporre a sequestro, fra le altre cose, denaro contante e disponibilità finanziarie per oltre 1 milione e 150 mila euro, due autovetture di lusso, orologi, gioielli e accessori di pelletteria per uomo e donna, oltre a token per l’accesso ai conti correnti, documenti di identità falsi, nonché documentazione manoscritta, di natura extra-contabile, ora al vaglio degli investigatori. Le attività descritte sono ulteriore testimonianza dell’impegno della Guardia di Finanza a tutela degli interessi erariali nazionali e dell’Unione Europea, in una fase storica in cui gli effetti distorsivi della concorrenza e del mercato provocati dalla grande evasione e dalle frodi fiscali sono accentuati.

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