giovedì, 25 Aprile 2024

Unione Europea, in arrivo i profughi dall’Ucraina: le direttive previste e i problemi lungo il confine

L'Ue deve affrontare anche la questione profughi. Dall'Ucraina è previsto l'esodo di milioni di persone ma chi potrà entrare nell'area Shengen? L'Unione dice tutti, ma al confine la situazione sembra diversa.

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Uno degli effetti collaterali del conflitto riguarda i profughi ucraini fuggiti dal Paese dall’inizio dell’invasione russa. I ministri degli interni dei paesi compresi nell’Unione Europea stanno cercando di concretizzare una risposta comune alla crescente crisi dei rifugiati mentre migliaia di ucraini fuggono dal loro paese durante l’invasione della Russia. In una riunione straordinaria tenutasi domenica pomeriggio a Bruxelles, i ministri sono stati chiamati a valutare diverse proposte su aiuti umanitari, migrazione, attacchi informatici e gestione delle crisi, secondo quanto riportato dai media internazionali.

L’UE ha a sua disposizione una direttiva sulla protezione temporanea, introdotta sulla scia delle guerre jugoslave negli anni ’90, ma che non è mai stata utilizzata. La scorsa estate, ci sono stati appelli per attivare la direttiva del 2001 durante il caotico ritiro occidentale dall’Afghanistan, che ha lasciato migliaia di afgani bloccati lì nel paese.

Onu, i numeri di una migrazione in atto

Secondo l’Onu, almeno 368mila ucraini sono arrivati ​​nei paesi vicini dall’inizio dell’invasione russa, con lunghe code segnalate ai confini dell’Ucraina, all’ingresso di Polonia, Romania, Slovacchia e Moldova. Le stime delle Nazioni Unite e delle organizzazioni per i rifugiati stimano che il numero di persone in fuga dall’invasione russa sia compreso tra 4 e 7 milioni. Quanti poi vorranno effettivamente attraversare i confini dell’Ucraina, dipende interamente da come si sviluppa la situazione militare in questa guerra. Tutto dipenderà comunque dagli esiti della guerra e dalle decisioni che verranno intraprese dall’Unione Europea.

Accoglienza totale

La situazione attuale non è la stessa a cui abbiamo assistito a novembre con le tensioni tra Polonia Bielorussia. In quel caso, la situazione si deteriorò fino a giungere ad una drammatica escalation di crisi migratoria. Da un parte c’era il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko motivato dalla vendetta per le sanzioni e dalle critiche alla sua brutale repressione dell’opposizione bielorussa. Dall’altro lato della barricata, il governo polacco che ha reagito duramente all’arrivo dei migranti. La Polonia ha imposto uno stato di emergenza che impediva agli aiuti umanitari di raggiungere le persone intrappolate nella zona di confine.

La situazione attuale

Adesso invece, le condizioni sono diverse perché i profughi arrivano da uno stato confinante. La stragrande maggioranza degli ucraini soggiorna presso parenti o amici in Polonia, Slovacchia, Ungheria o Romania. Le autorità polacche affermano che le sistemazioni speciali sono state a malapena sfruttate, fino a questo momento. È stato riferito che persone provenienti dall’Africa che vivevano in Ucraina e volevano entrare in Polonia sono state molestate o respinte al confine dalle guardie di frontiera polacche, come affermano le testate internazionali.

 

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Le direttive Ue

A Bruxelles, il commissario europeo per gli affari interni, Ylva Johansson ha chiarito che il confine è aperto anche alle persone di Paesi terzi che vivevano in Ucraina e vogliono tornare nei loro paesi d’origine. “Quelle persone devono essere aiutate. Inoltre, anche coloro che necessitano di protezione nell’UE possono richiedere asilo”. L’Unione Europea utilizzerà una legge di “protezione temporanea di massa” per estendere lo status di residenza dei rifugiati senza dover passare attraverso complesse procedure di asilo. Questa direttiva di protezione, introdotta a seguito delle guerre nell’ex Jugoslavia negli anni ’90, esiste dal 2015 ma non era ancora stata applicata.

Nessun muro alzato dalla Polonia

La Polonia e gli altri Paesi vicini all’Ucraina non hanno ancora presentato alcuna richiesta per il reinsediamento di nessuno, secondo il ministro dell’interno tedesco. “La Polonia accoglie i rifugiati e lo fa in modo eccellente”, ha affermato Nancy Faeser. “Stiamo ora cercando di supportare logisticamente la Polonia”. L’Ue non ha problemi con chi entra dall’Ucraina, perché di norma gli ucraini possono rimanere all’interno dell’area Schengen per 90 giorni senza visto. “Ma dobbiamo essere preparati per il Day 91”, ha avvertito Ylva Johansson.

Non tutti però sembrano allineati alle misure che verranno applicate. Il ministro dell’interno lituano Agne Bilotaite, ha dichiarato che le misure concordate dall’Unione domenica non serviranno a molto. Secondo la Lituania, c’è bisogno di meccanismo fisso di distribuzione per i rifugiati dall’Ucraina. “Serve anche un meccanismo di reinsediamento per far uscire dall’Ucraina feriti, donne e bambini”, ha dichiarato Bilotaite. I ministri dell’Interno europei si incontreranno di nuovo giovedì.

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