venerdì, 19 Aprile 2024

Ucraina, Putin riconosce Donetsk e Lugansk: invio delle truppe in Donbass per “riportare la pace”

Il discorso tenuto da Vladimir Putin alla nazione ha mosso lo stallo degli ultimi giorni. L'esercito russo si trova ora in Donbass per "riportare la pace". Intanto le borse di tutto il mondo aprono con segno negativo.

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Lo stallo messicano degli ultimi giorni, è stato sparigliato da Vladimir Putin con un discorso alla nazione. Durante il suo intervento, il presidente russo ha prima riconosciuto la autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e LuganskSubito dopo, ha ordinato all’esercito russo di inviare truppe nella regione del Donbass, per “assicurare la pace”, almeno stando alle parole giunte del Cremlino. Non si è fatta attendere la risposta di Volodimyr Zelenski, che in un discorso alla nazione ha ribadito di non voler cedere “neanche un pezzo” di Paese. In una situazione così tesa, gli Stati Uniti hanno spostato i propri diplomatici in Polonia. 

Crolla la borsa russa e trascina gli altri mercati

Profondo rosso in apertura di giornata, 22 febbraio, per la Borsa russa che già lunedì, 21 febbraio, aveva registrato un tracollo del 17% sugli indici azionari. L’indice Moex – il principale indice del mercato azionario russo dei titoli denominati in rubli – nei primi scambi ha perso l’8,43% a 2.784,97 punti dopo la chiusura di ieri a -10%. Giù anche l’Rts, l’indice dei titoli Rts denominato in dollari, a -3,11%. A far collassare i listini russi è stata la mossa a sorpresa del presidente Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e poi ordinare l’invio di truppe nella regione del Donbass. Immediate le reazioni di Usa e Ue, con l’annuncio di pesanti sanzioni, che dovrebbero arrivare in serata.

Borse asiatiche in calo: Honk Hong il tonfo più rumoroso

Come un effetto domino, anche i mercati asiatici hanno risentito delle tensioni. L’indice Msci, che comprende le azioni dell’Asia escluso il Giappone, va verso il peggior risultato di febbraio, in calo del 2,1%, trascinato giù dalle piazze di Hong Kong e della Cina continentale. Il Nikkei dopo un avvio a – 2%, recupera lievemente nel finale e termina la giornata -1,68% e 26.457,50 punti. L’Hang Seng di Hong Kong cala intanto del 3,25% a 26.457,50 punti, mentre Shanghai dell’1,43% a 26.457,50 punti.

In rosso i futures di Nasdaq a Wall Street

La crisi in Ucraina prepara una giornata difficile anche per le Borse americane. L’S&P 500, segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione, è in calo dell’1,8%. I futures, contratti a termine standardizzati per poter essere negoziati facilmente in una borsa valori, del Nasdaq calano del 2,5%. Il Down Jones è visto in calo dell’1,35%.

Borse europee in calo

Ieri i listini del Vecchio continente hanno chiuso in deciso calo, con Francoforte che ha perso il 2,09%, Parigi il 2,04% e Milano l’1,72%. Londra ha limitato le perdite a -0,42%. Oggi, le perdite potrebbero essere più ingenti.

Putin e uno scenario già visto

Le azioni di ieri sera da parte di Vladimir Putin hanno causato un’escalation di tensioni difficile da arginare. Sono all’incirca 200mila i soldati russi impegnati lungo il confine. Alcuni funzionari ucraini hanno evidenziato come il discorso tenuto dal presidente russo sembrava molto simile all’ordine di Mosca di autorizzare l’azione militare russa in Georgia nel 2008. Putin ha anche citato “il rifiuto dell’Ucraina di risolvere pacificamente il conflitto in conformità con gli accordi di Minsk”, anche se è stata la sua decisione, con il riconoscimento nel 2008 delle regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud – a distruggere ogni possibilità di attuare gli Accordi di pace di Minsk raggiunti nel 2014 e nel 2015. In questi casi, sembra opportuno dare ragione ad un filosofo tedesco dell’800 per cui “la storia si ripete sempre due volte”. Anche se la variabili Putin potrebbe aumentare il riciclo dei ricorsi storici.

Le scelte di NATO, UE e Ucraina

Emmanuel Macron, kingmaker, ma non troppo degli ultimi giorni, ha fallito nel tentativo di riavvicinare Stati Uniti Russia, dopo aver quasi convinto Mosca ad un incontro con Washington. La via diplomatica è ormai compromessa, ma qualcosa bisognerà pur fare. L’Ucraina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, mentre tramite il ministro degli esteri Dmytro Kulebba, a Bruxelles in occasione della riunione dei suoi colleghi della Ue, aveva chiesto all’Unione di adottare subito le sanzioni verso la Russia, senza aspettare l’invasione.

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