giovedì, 28 Marzo 2024

Milano, stilista impiccata: disposta perizia su filmato dell’ultima notte

Nel filmato è presente una macchia-ombra che, secondo i due legali della famiglia Benusiglio, è attribuibile ad una sagoma umana.

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Sono trascorsi più di 5 anni e mezzo dall’inizio dell’iter processuale per la misteriosa e tragica morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne ritrovata impiccata ad un albero di Piazza Napoli, a Milano, il 31 maggio 2016.

Abbiamo a lungo ripercorso e poi seguito la vicenda giudiziaria che, nella giornata di oggi, ha aperto un nuovo possibile scenario. Infatti, il gup di Milano, Raffaella Mascarino, ha disposto un’integrazione probatoria e ha nominato un perito per approfondire gli otto preziosi secondi di filmato della notte in cui si è verificata la morte di Carlotta. Nel filmato è presente una macchia-ombra che, secondo i due legali della famiglia Benusiglio, è attribuibile ad una sagoma umana, cosa che invece è sempre stata esclusa dalla difesa e dalla polizia scientifica. Terminata la discussione tra le parti, il giudice ha rilevato che allo stato attuale non ha elementi sufficienti per arrivare a decidere. Ha così disposto la “perizia informatico forense” con la quale si dovrà chiarire, con “le migliori tecnologie disponibili allo stato dell’arte”, la visione delle immagini già presenti agli atti ed estrapolate dalle telecamere di sorveglianza, in particolare la “telecamera Napoli 13” in un arco temporale di appena otto secondi. Il giudice ha già scelto l’esperto informatico e conferirà l’incarico per la perizia il prossimo 2 marzo.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono la parte centrale della vicenda processuale. È stato corretto disporre una perizia, in quanto ciò consentirà di scogliere ogni  dubbio“, questo il commento di Gian Luigi Tizzoni, che insieme a Pier Paolo Pieragostini, è il legale di parte civile nel processo con rito abbreviato con l’accusa di omicidio a carico di Venturi.

In un procedimento che non sembra vedere la luce, le contestazioni a carico dell’uomo sono state portate avanti in un’indagine in cui è passato da persona informata sui fatti, con un fascicolo in via di archiviazione, a indagato per istigazione al suicidio, fino all’accusa di aver assassinato la fidanzata. Lo scorso 19 novembre, il pm Francesca Crupi ha chiesto una condanna a trent’anni per il 45enne accusato di omicidio volontario, ma anche di episodi di stalking e lesioni, tra il 2014 e il 2016, su quella che da viva, fu la sua compagna. Sul caso, riaperto oggi con la perizia, pesano anche tre provvedimenti tra gip, riesame e Cassazione, con cui è stata respinta la richiesta d’arresto per Venturi e una perizia medico legale che stabilì che si sarebbe trattato di suicidio.

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