La Procura di Biella ha notificato 51 avvisi di garanzia a conclusione dell’inchiesta sui “furbetti del tampone” che arriva a scuotere anche la Casa circondariale. L’indagine, partita dai registri Asl tamponi, ha rilevato come i tamponi riservati ai detenuti in carcere venivano effettuati gratis anche agli agenti della Penitenziaria, agli impiegati, nonché ai parenti e agli amici fatti entrare nella struttura evitando, così, di recarsi in farmacia o in ospedale.
Secondo l’accusa, chi aveva bisogno di un tampone per andare in vacanza o al lavoro si recava in carcere; tutto questo senza nessun controllo. Tra gli indagati anche il comandante della Penitenziaria e la responsabile dell’infermeria del carcere. A tutti è contestato il reato di peculato.