giovedì, 18 Aprile 2024

Derby di Milano, su Tik tok il video selfie dell’invasione di campo: “Era una protesta contro il lavoro precario”

L'Italia sta conoscendo il volto dell'invasore di campo del Derby di Milano che ha messo a sedere diversi steward prima di essere placcato e picchiato: secondo il ragazzo si è trattata di una protesta contro il lavoro precario.

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Il risultato finale non è l’unica cosa che ha fatto notizia nel Derby della Madonnina. La partita è stata difatti caratterizzata da più di un’invasione di campo, ma una in particolare ha fatto scalpore: si tratta di quella eseguita da Alessio Guidotti, 21enne di Milano che ha deciso di esordire in campo nonostante non gli fosse stato permesso da nessuno dei due allenatori, né tantomeno facesse parte di una squadra.

Alessio si è differenziato da molti invasori di campo per più motivi, ma innanzitutto perché il giovane lavorava come cameriere nei catering a San Siro: “Era una protesta contro il lavoro precario di giovani come noi che lavorano per pochi soldi e con contratti di poca durata – ha affermato Alessio Guidotti durante un’intervista a Fanpage per giustificare la sua invasione -. Non sei tutelato. Io abito nelle popolari con mia madre e dobbiamo lavorare per andare avanti. Non è un gioco“.

L’idea dell’invasione, a detta del ragazzo, è nata pochi minuti prima dell’inizio del Derby, quando stava servendo durante il catering e, mentre guardava i calciatori entrare in campo attraverso la vetrina del ristorante, un ragazzo gli ha detto: “Tu sei qua per servire, non per distrarti e vedere la partita. Quand’é che ci porti i piatti?”. Alessio è rimasto turbato per il resto della serata a causa di questa vicenda. “Allora sono uno schiavo – ha pensato il ragazzo -. Mi sono sentito come quello che sono, uno degli ultimi che serve uno dei primi. Un ragazzo di Milano che lavora per pochi soldi che viene trattato male perché si è distratto per cinque secondi, perché sono uno schiavo”.

A dieci minuti dalla fine della partita, dunque, qualcosa è scattato nella mente di questo 21enne milanese che, dopo aver sistemato i tavoli e chiuso la sala, ha tolto la cravatta e ho detto: “Adesso entro in campo e divento un giocatore per un minuto“, apprestandosi subito dopo a fare invasione di campo. “Io non ho fatto male a nessuno – ha dichiarato Alessio -. Mi hanno placcato e mi hanno fatto pure male perché mi hanno picchiato. Mi diceva che fossi un figlio di puttana e mi stringeva i paesi bassi, voleva fare la spremuta.

Il ragazzo se l’è cavata con un po’ di dolori al naso, alla testa e al collo, oltre che con un Daspo che non gli permetterà di prendere parte ad alcun evento sportivo per i prossimi cinque anni: “Li denuncerò per aggressione, per aver esagerato”, afferma il 21enne riferendosi agli steward intorno ai quali nelle ultime ore si è alzato un polverone mediatico per l’aggressivo atteggiamento manifestato nei confronti dell’invasore di campo e per, secondo molti, l’ingiustificato bisogno di doverlo picchiare quando era già steso per terra e placcato da altri steward, così come dimostrabile da alcuni video emersi in rete.

Alessio Guidotti si è ripreso con il proprio cellulare durante l’invasione di campo e ha pubblicato questo ed altri video sui social. Il suo messaggio di rivolta contro il lavoro precario e le umiliazioni a cui troppo spesso sono soggetti i giovani nel mondo del lavoro, vanno però in contrasto con il modo in cui sta gestendo la cosa; il 21enne ha difatti annunciato di recente la nascita di un suo progetto che, secondo le apparenze, dovrebbe essere legato alla musica trap. Secondo molti, dunque, il ragazzo starebbe sfruttando la notorietà acquisita in questi giorni per far crescere il proprio progetto, magari per sfondare nel mondo della musica, e non per combattere le ingiustizie del mondo del lavoro. La verità che si cela dietro il suo gesto, però, potrà conoscerla soltanto lui.

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