Qualche anno fa le opere di Zerocalcare erano poco conosciute, solo dopo il grande successo della Serie animata “Strappare lungo i bordi” che per qualche settimana aveva spodestato dal primo posto la serie coreana ”Squid Game” , il fumettista romano sembra aver fatto il botto.
Su Storytel continuano a essere pubblicati i suoi lavori e dopo “A Babbo morto” viene pubblicato anche “Kobane Calling”. Persino il Guardian ammicca al fumettista definendolo nel suo articolo “L’artista e l’armadillo” o “Il fumettista più timido d’Italia”.
Nonostante sia quasi del tutto passato il suo momento di gloria sui piccoli schermi, “Strappare lungo i bordi” è una miniserie che merita di essere, ancora, sulla bocca di tutti.
La serie è scritta e diretta dal fumettista di origini romane Michele Rech, in arte Zerocalcare. La sceneggiatura è stata prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, casa editrice che da sempre cura le opere del fumettista. La miniserie è composta da 6 episodi da circa 15 minuti ciascuno.
La serie, ambientata nell’universo del fumettista, racconta, attraverso l’uso di flashback e aneddoti le vicende di Secco e Sarah, passando da momenti divertenti contornati dal linguaggio romanesco che porta il sorriso agli spettatori a veri e propri momenti di riflessione. Le musiche affidate all’artista Giancane forniscono coinvolgimento emotivo che si incastra alla perfezione con i disegni dell’artista.
Quel che si nasconde dietro a un accento romano è la pura verità. Sin da piccoli ci insegnano a camminare su quella linea immaginaria, essa ci porterà al nostro successo, ma se provassimo a distaccarci da questa finiremmo per fallire. La morale in “Strappare lungo i bordi” è che non serve necessariamente seguire quella linea tratteggiata, che essa a volte sbaglia e ci distoglie dalle cose importanti, vitali.
Per seguirla, infatti, non ci rendiamo conto di amori, fallimenti, successi. Ma seguire la linea equivale anche a vivere di solitudine, rimanere in contatto dietro a uno schermo freddo e di avvertire la precarietà del futuro.
Il panorama fumettistico di Zerocalcare è sempre stato influenzato dalla filosofia, dal cinema contemporaneo senza tralasciare gli anime giapponesi e il mondo punk, che anche nella trasposizione animata non si perdono.
Lo stile di Zerocalcare rimane di certo un crocevia tra ironia e cinismo che forma però la coscienza di molti ragazzi e adulti che vivono o hanno vissuto questo indottrinamento del capitalismo.
Il successo però ricevuto da questa serie ha portato non pochi problemi al fumettista, che ha descritto attualmente la sua vita “invivibile” a causa anche delle accuse mosse per l’uso del romanesco che “esclude” chi non capisce il dialetto.
Se, “sopravvivrà” a questa situazione si pensa anche a una seconda stagione.