martedì, 23 Aprile 2024

Giorno della Memoria, il Legislatore si dimentica il fascismo

Sami Modiano, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, ricorda: "Ammazzavano tutti quelli che ritenevano diversi".

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Anno 2000, governo Amato, coalizione di centrosinistra. Il 31 luglio la Gazzetta Ufficiale pubblica la legge 20 luglio 2000, n. 211. «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti». Innanzitutto, cosa significa “campi nazisti”? Campi di sterminio? Sembra di sì, poiché l’articolo 1 recita: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico)». L’articolo 1 menziona anche le leggi razziali “nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Le leggi razziali vennero promulgate il 5 settembre del 1938 e il 22 maggio 1939 il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, al cospetto del suo omologo tedesco Joachim von Ribbentrop, annunciò che: “Il patto di amicizia e di alleanza concluso oggi fissa e consacra in precisi impegni politici e militari quella profonda comunione di spiriti e di opere che esiste tra Germania nazista e Italia fascista”.

L’articolo 2 della legge torna “su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Invero, Sami Modiano, 91 anni, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, specifica: “Ammazzavano tutti quelli che ritenevano diversi: gli omosessuali, i disabili, i rom”.  Prosegue così l’articolo 2: “In modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese”. Un Paese in cui il fascismo governò dal 1922 al 1943. Ma di questo non v’è traccia nella legge. Su questo si manifesta il silenzio. Come se tutti conoscessero la Storia, come se non toccasse al legislatore istruire la cittadinanza. E non ci riferiamo certo a esempi del tipo: “Il consumo di cibi e bevande al banco, al chiuso, nei servizi di ristorazione, di cui all’articolo 4 del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi Covid-19, di cui all’articolo 9, comma 2, lettere a), b) e c-bis) nonché ai soggetti di cui all’articolo 9-bis, comma 3, primo periodo, del decreto-legge n. 52 del 2021”. Sami Modiano ha detto, inoltre, che “i ragazzi sono la speranza”. La speranza quanto meno di emendare leggi superficiali o arzigogolate e di non sottacere di fronte alla Storia.

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