“La minor frequenza di polmoniti nella Omicron comporterebbe una minore probabilità di ricovero in terapia intensiva, senza però una conseguente riduzione dei decessi di soggetti fragili”. È il commento del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Picone CNR sui dati che arrivano anche dai test molecolari per il Covid-19. Oggi i positivi in base ai test iniziano a diminuire dopo il picco dei giorni scorsi.
Anche se aumentano le persone decedute Sebastiani non riscontra lo stesso per gli ingressi in terapia intensiva. Il maggior numero di decessi è collegato all’aumento di positivi riscontrato a novembre e dicembre 2021. Stando ai dati, il picco dei positivi ai test molecolari si è registrato lo scorso 6 gennaio, ma non nello stesso momento in tutte le Regioni. Infatti, l’Umbria è stata la prima a raggiungerlo già il 5 gennaio, seguita il giorno dopo dalla Toscana. Il riscontro è stato registrato in Lombardia, Abruzzo e Basilicata nei giorni 10 e 11 gennaio. Nei prossimi quattro giorno Sebastiani ipotizza un nuovo picco, partendo dalla Val D’Aosta e dalla Provincia Autonoma di Trento.
In Puglia, invece, la crescita di positivi ai test molecolari aumenta ed è accelerata, accanto a Campania, Marche e Liguria. Secondo le previsioni, Friuli Venezia Giulia e Veneto raggiungeranno il picco tra sette giorni. La crescita sembra regolare nella provincia autonoma di Bolzano, in Calabria e in Molise. Invece in Sardegna non ci sarebbe una crescita secondo le proiezioni.