sabato, 20 Aprile 2024

Super green pass per il traghetto, il sindaco di Messina protesta da giorni: “Siciliani sotto sequestro”

L'unica deroga è stata introdotta per i soli motivi di salute e di studio, da e per isole minori con green pass base e non rafforzato fino al 10 febbraio, ma è considerata "un pannicello caldo".

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«Se non otterremo la modifica della normativa che noi chiediamo, domenica alle 10 saremo sulla banchina del porto e bloccheremo lo Stretto». A protestare contro l‘obbligo del super green pass per chi dal 10 gennaio attraversa lo stretto fra Calabria e Sicilia è il sindaco di Messina, Cateno De Luca. No, non si è convertito alla causa no-vax, proprio lui che due anni fa si lamentava per l’insufficienza dei controlli anticontagio su chi arrivava in Sicilia dal continente. Perché in questa vicenda il casus belli non è la contrapposizione tra favorevoli e contari alla vaccinazione, quanto la mancanza di alternative per i residenti isolani che vogliano o debbano raggiungere un’altra regione. A parte il nuoto, di fatto sono segregati nei loro confini lambiti ovunque dal mare, il che potrebbe integrare anche gli estremi del sequestro di persona.

E in effetti un primo caso è stato risolto con provvedimento favorevole al ricorrente dal Tribunale di Palermo, che ha dato ragione a Fabio Messina, agente di commercio non vaccinato che lunedì 10 gennaio era stato respinto dagli addetti della società di navigazione Caronte agli imbarcaderi di Villa San Giovanni, in Calabria. Ma attenzione: Fabio Messina era partito dalla Sicilia l’8 gennaio scorso, “ossia – rileva il giudice Luppino – quando ancora non era entrato in vigore il nuovo obbligo di green pass rafforzato che invece al suo ritorno, il 10 gennaio, era appena divenuto operativo. Anche volendo, non si sarebbe potuto adeguare alla nuova normativa in tempo”. L’unica restrizione che il giudice ha disposto è che Messina effettui un tampone antigenico prima dell’imbarco e che indossi una mascherina Ffp2 per tutto il viaggio.  Quindi un caso con caratteristiche peculiari legate alla tempistica dello spostamento in relazione all’entrata in vigore della norma.

Il sindaco siciliano De Luca, che intanto da giorni ha avviato la protesta anche sui social con dirette facebook dal porto e da un traghetto, conferma che casi analoghi non sono certo rari: un catanese partito il 2 gennaio per accompagnare la moglie a Roma in ospedale, non può rientrare perché non è vaccinato e non ha il Green Pass.

«I siciliani sono sotto sequestro. L’ho chiesto con due note allo Stato. Tante famiglie non possono uscire dalla Sicilia e tante che sono uscite dalla Sicilia non possono rientrare. Qui non c’entra la polemica sui No Vax, anzi io sono per la vaccinazione con una legge che obblighi tutti a vaccinarsi e che costringa lo Stato a prendersi la responsabilità di qualunque evenienza. Ma bisogna assicurare la continuità territoriale delle isole», tuona De Luca.

L’unica deroga è stata introdotta per i soli motivi di salute e di studio, da e per isole minori con green pass base e non rafforzato fino al 10 febbraio, ma è considerata “un pannicello caldo”.

Di sicuro si tratta di una situazione che non può essere liquidata con superficialità, dividendosi con l’accetta tra favorevoli e contrari al vaccino, al green pass e alle reciproche liturgie annesse e connesse: la discriminazione per chi risiede in un territorio non altrimenti raggiungibile se non via mare o via aerea è palese e una soluzione che ripristini nella sua pienezza la libertà di circolazione dei siciliani va trovata. “Il governo Draghi se ne infischia. Quante umiliazioni dobbiamo ancora subire prima che qualcuno si accorga di noi? – commenta la vicepresidente dell’Ars, Angela Foti – A parte la senatrice Drago e l’europarlamentare Donato, le posizioni dei nostri rappresentanti eletti a Roma e Bruxelles rimangono tiepide se non impalpabili e tutto ciò è inaccettabile”.

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