giovedì, 25 Aprile 2024

Costa Concordia, il disastro che segnato un’epoca: a 10 anni dalla tragedia prosegue il ripristino ambientale

Piano di Restauro Ambientale e di Monitoraggio a lungo termine per il ripristino e il restauro ambientale dei fondali danneggiati; formalizzato dalla Regione Toscana, ISPRA e ARPAT.

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Oggi 13 gennaio 2021 ricorre il decimo anniversario di una delle più grandi tragedie avvenute in mare: il naufragio della nave da crociera Costa Concordia, davanti all’Isola del Giglio. Una notte interminabile, un impatto violento, uno squarcio di 70 metri nello scafo e la morte di ben 32 persone; chi non ha impresse nella mente le immagini di persone terrorizzate e abbandonate al proprio destino. La rimozione del relitto e le operazioni di ripristino dei fondali hanno richiesto anni di intervento; a distanza di 10 anni prosegue il monitoraggio ambientale, avviato subito dopo il naufragio e a carico di Costa Concordia, al quale partecipano i rappresentanti del MiTE, di ISPRA, Arpa Toscana e degli enti locali interessati.

L’ultima fase progettuale, ovvero il recupero ambientale delle biocenosi di fondale, ha avuto inizio. A tal proposito lo scorso 6 agosto è necessario ricordare un nuovo accordo, della durata di 5 anni, formalizzato tra Regione Toscana, ISPRAL, ARPAT e Costa Concordia s.p.a, il quale prevede, appunto, un Piano di Restauro Ambientale e di Monitoraggio a lungo termine per il ripristino e il restauro ambientale dei fondali danneggiati; nello specifico si contemplano operazioni di reimpianto di esemplari della fanerogama marina Posidonia oceanica e di organismi appartenenti alla biocenosi del coralligeno, da parte del Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed ecologia applicata (CIBM).

Vari gli obiettivi di ARPAT e ISPRA, tra cui: valutare, nel lungo periodo, le situazioni di recupero delle biocenosi danneggiate e verificare l’efficacia delle attività degli interventi di reimpianto svolte da CIBM per conto di Costa Crociere; inoltre, le attività di controllo e monitoraggio prevedono specifiche immersioni di squadre di operatori scientifici subacquei di ARPAT e ISPRA. Il monitoraggio, con cadenza annuale, delle azioni di trapianto delle talee di Posidonia oceanica sarà effettuato attraverso osservazioni qualitative e con tecniche semi-quantitative nelle fasi successive; esempio è Punta Lazzaretto che pur essendo in prossimità del sito di impatto, presenta un popolamento a coralligeno ricco e caratteristico, molto simile a quello originario di Punta Gabbianara, che ha subito il maggior danno in quanto direttamente interessato dall’impatto fisico con la nave Costa Concordia.

Infine ARPAT e ISPRA elaboreranno rapporti tecnici delle attività di indagine sul campo, delle riunioni di coordinamento e confronto con CIBM ed un rapporto annuale delle attività svolte e tale documentazione sarà trasmessa all’Osservatorio di monitoraggio.

 

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