venerdì, 19 Aprile 2024

Sottoponevano bambino a radioterapia più alta del prescritto: 2 denunciati

Il trattamento avrebbe provocato sul piccolo una patologia celebrale dalla quale è scaturita "una grave regressione nelle capacità di cognizione e deficit di coordinazione".

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È successo a Perugia dove, all’età di soli sei anni un bambino è stato sottoposto ad una radioterapia alla testa risultata del 200 per cento superiore a quella prescritta nell’ambito di un trattamento per curare una grave forma di leucemia. La Procura di Perugia ha così accusato un fisico-medico e l’allora dirigente medico della struttura complessa di radioterapia che curava il paziente con la citazione in giudizio per lesioni personali colpose. Sulla base di quanto ricostruito dal pm, il trattamento svolto tra ottobre e novembre 2016, avrebbe provocato sul piccolo una patologia celebrale dalla quale è scaturita “una grave regressione nelle capacità di cognizione e di ragionamento e un notevole deficit di coordinazione“.

A notare i primi problemi nel bambino, è stata la madre. In seguito a vari esami e controlli era stata accertata la nuova patologia, portando così la famiglia a sporgere denuncia-querela attraverso l’avvocato Laura Modena. Nel capo d’accusa nei confronti del fisico medico si parla di “macroscopico errore di determinazione e calcolo della dose di irradiazione precauzionale encefalica” per il bambino. Indicata in 4,5 Gray a seduta “per un’irradiazione complessiva di 36 Gray (in forza di otto sedute), così da discostarsi e sostanzialmente aumentare del 200 per cento la dose di radioterapia prescritta al minore dal medico che lo aveva in cura” che aveva prescritto “una dose pari a 1,5 Gray per ogni seduta“. L’allora dirigente medico della struttura complessa di radioterapia oncologica è stata invece citata in giudizio in quanto “essendo titolare di una posizione di garanzia” nei confronti del bambino “ometteva di controllare e verificare che l’esecuzione del trattamento radioterapico fosse effettuata nei termini e nelle dosi rigorosamente indicati, così da contribuire causalmente all’insorgenza della patologia cerebrale che non si sarebbe verificata ove avesse compiutamente controllato la correttezza del trattamento radioterapico“. A stabilire eventuali responsabilità sarà il processo.

 

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