martedì, 23 Aprile 2024

Etiopia, missionario italiano in stato di fermo: “situazione delicata”

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È Alberto Livoni l’operatore umanitario 65enne di origini emiliane finito nelle reti del temuto assedio tigrino di Addis Abeba. Da sabato scorso Livoni si trova in stato di fermo in un commissariato della capitale etiope. Pare sia in buona salute e può essere visitato dalle autorità consolari italiane ogni giorno.

Il 65enne, coordinatore per l’Etiopia del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo, una ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani del posto), è stato prelevato dalle forze di sicurezza in casa sua ad Addis Abeba dopo un’irruzione. Oltre a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del Vis.

Alle origini del fermo c’è l’indagine delle autorità etiopi, concentrate a scoprire il perché il dirigente avrebbe ceduto circa 20mila dollari ad una persona: per ora non è stata formalizzata nessuna accusa, ma gli inquirenti etiopi sospettano che i fondi siano stati usati non per aiutare profughi, ma i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Fplt).

“La situazione”, notano fonti informate, “è davvero delicata”: le autorità etiopi hanno scatenato centinaia di arresti, stando a quanto comunicato dalla Commissione etiope per i diritti umani. Fermi che non hanno risparmiato nessuno, neanche i prelati: il giorno prima del fermo di Livoni, c’è stata l’irruzione in una scuola infantile gestita dai Salesiani ad Addis Abeba, con l’arresto di 17 tra sacerdoti, fratelli e impiegati del Centro. Un missionario italiano, Padre Isidoro, è stato subito rilasciato, ma gli altri etiopi sono ancora in stato di fermo.

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