mercoledì, 24 Aprile 2024

Associazione mafiosa estorsione e spaccio, blitz dei Carabinieri: misure cautelari per 10 persone

Le indagini sono partite nel 2017 dopo l'arresto di Ignazio Bruno, boss del clan mafioso di San Giuseppe Jato, e del suo autista Vincenzo Simonetti. I due, anche dal carcere, avrebbero mantenuto i rapporti con altri affiliati.

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Associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, cessione di sostanze stupefacenti e accesso abusivo al sistema informatico. Sono queste le accuse che hanno portato i Carabinieri di Palermo ad eseguire misure cautelari a San Giuseppe Jato e a San Cipirello nei confronti di 10 persone, otto in carcere, una ai domiciliari e una di sospensione dal servizio.

Le indagini sono partite nel 2017 dopo l’arresto di Ignazio Bruno, boss del clan mafioso di San Giuseppe Jato, e del suo autista Vincenzo Simonetti. I due, anche dal carcere, avrebbero mantenuto i rapporti con Calogero Alamia e Maurizio Licari per guidare le operazioni della famiglia mafiosa in loro assenza.

Tra gli indagati ci sono anche Nicusor Tinjala, Giuseppe Bommarito e i figli Calogero Bommarito e Giuseppe Antonio Bommarito ed anche Massimiliano Giangrande, al quale non viene però contestato il reato di associazione mafiosa. Questi sono accusati di aver esercitato il controllo del territorio attraverso le estorsioni, di essersi aggiudicati illegalmente gli appalti di opere realizzate sia nella valle dello Jato che a Palermo e di gestire lo spaccio di hashish a Palermo.

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