giovedì, 25 Aprile 2024

Pedofilia, stupro e violenza: calciatori strapagati ma i soldi non fanno l’uomo

Lucas Hernandez è stato condannato a 6 mesi di carcere per violenza domestica. Accuse di stupro, pedofilia e violenza negli ultimi mesi nei confronti di Mendy, Sigurdsson e Boateng.

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Una vicenda che sta impazzando su giornali e social negli ultimi giorni è quella che vede protagonista Lucas Hernandez, difensore francese del Bayern Monaco e fratello di Theo Hernandez del Milan. Il calciatore 25enne è stato condannato a 6 mesi di reclusione per non aver rispettato i limiti imposti dai giudici dopo un caso di violenza domestica risalente a qualche anno fa. Lucas era stato convocato da un Tribunale di Madrid ed era stato informato dell’ordine riguardo il suo arresto, ma il difensore aveva presentato ricorso per evitare la detenzione. Secondo quanto disposto, Hernandez ha tempo fino al 28 ottobre per presentarsi volontariamente in carcere, a meno che nei prossimi giorni l’organismo incaricato di esaminare il suo caso non decida di evitargli la pena.

Lucas Hernandez e la sua compagna, con la quale ora è sposato, Amelia Lorente, erano stati entrambi condannati per violenza domestica a seguito di una rissa nel febbraio del 2017, quando il difensore militava nell’Atletico Madrid. Nonostante nessuno dei due avesse denunciato l’altro, il pubblico ministero spagnolo li aveva condannati a 31 giorni di servizio alla comunità e aveva disposto un ordine restrittivo per il quale i due fidanzati non si sarebbero potuti incontrare per 6 mesi. Soltanto 4 mesi dopo, Hernandez venne arrestato in aeroporto a Madrid poiché trovato in compagnia della donna, la quale non era invece stata arrestata in quanto l’ordine restrittivo nei suoi confronti non era stato ancora formalmente notificato. In questi mesi, Lucas e Amelia si sono sposati negli Stati Uniti e hanno poi avuto un figlio; nel 2019 il calciatore è stato condannato a 6 mesi di carcere, sentenza impugnata e che ha portato poi alla attuale citazione in Tribunale.

Hernandez non è il primo calciatore finito nei guai con la giustizia negli ultimi mesi, ma è l’ennesimo di una lista in cui figurano nomi di giocatori tutt’altro che sconosciuti: da mesi si vociferava di una terribile vicenda di pedofilia per la quale era indagato un calciatore islandese. Si presumeva che si trattasse di Gylfi Sigurdsson, centrocampista 32enne dell’Everton, e i rumors sono stati confermati la scorsa estate: il numero 10 della squadra di Liverpool è stato arrestato con l’accusa di reati di pedofilia, successivamente rilasciato dietro il pagamento di una cauzione. Il calciatore si era rifugiato in Islanda per sfuggire dal caos mediatico che si era creato, in un’abitazione messa a disposizione in un luogo sconosciuto dall’Everton stesso che si è però messo a disposizione della legge. Il centrocampista, che fino alla fine ha dichiarato la sua innocenza, ha fatto perdere totalmente le proprie tracce e ad oggi non se ne sa più nulla.

Un altro calciatore finito al centro di un ciclone mediatico è Jerome Boateng, difensore tedesco attualmente in forza all’Olympique Lione ed ex compagno di squadra di Lucas Hernandez al Bayern Monaco. Boateng è stato recentemente condannato a pagare una pena pecuniaria di 1 milione e 800mila euro per le aggressioni verbali e fisiche risalenti al 2018 nei confronti di Kasia Lenhardt, ex compagna del calciatore morta suicida una settimana dopo la rottura della relazione con lo stesso difensore. Per questi motivi, Kevin-Prince Boateng, fratello di Jerome ed ex calciatore, tra le tante, di Milan, Sassuolo e Monza, ha deciso di disconoscere la sua parentela con lui.

Infine, ha fatto clamore la vicenda di Benjamin Mendy, difensore francese del Manchester City arrestato lo scorso 26 agosto con l’accusa di aver stuprato due donne e una minorenne. Il terzino ha sempre dichiarato la propria innocenza, ma le autorità non sembrano essere di questo avviso, tanto che Mendy continuerà a stare in carcere almeno fino al prossimo 24 gennaio, quando si terrà il processo, mentre l’udienza preliminare si svolgerà il prossimo 15 novembre.

Tanti, anche troppi casi assurdi stanno vedendo protagonisti alcuni dei volti più conosciuti e solitamente ammirati del mondo del calcio: Hernandez e Mendy campioni del mondo con la Francia nel 2018, Boateng campione del mondo con la Germania nel 2014, Sigurdsson eroe della sua patria, l’Islanda.

Cosa manca a questi ragazzi? Cosa li spinge, se in alcuni casi confermati, a compiere atti e reati tanto deplorevoli da rovinare non solo carriera e reputazione, ma la loro vita? È lecito chiedersi, dunque: cosa sta accadendo ai calciatori? Queste vicende sembrano confermare che i soldi, cosa che di certo a questi ragazzi non mancano, non fanno affatto la felicità: Mendy ha un contratto da quasi 5 milioni e mezzo di euro lordi a stagione con il City; lo stipendio di Sigurdsson con l’Everton si aggirava intorno ai 4 milioni di euro l’anno; Boateng al Bayern Monaco guadagnava esattamente 12.909.067 euro, ovvero 1.075.755 euro al mese, 248.251 euro alla settimana e 49.650 euro al giorno, cifre monstre se paragonate allo stipendio di una persona media. Il Paperon de’ Paperoni è Lucas Hernandez: il francese non solo è il calciatore più pagato della storia del Bayern Monaco e del campionato tedesco con un prezzo di cartellino di 80 milioni di euro, ma ad oggi è anche il terzo difensore più pagato di sempre dopo Harry Maguire e Virgil van Dijk e percepisce un ingaggio di 13 milioni di euro stagionali dal club bavarese.

Sarà proprio che i soldi danno alla testa? Si tratta del successo? Quel che si sa, è che oggigiorno sempre più calciatori sono protagonisti di vicende extracalcistiche che li fanno finire nei guai con la legge, chi per problemi meno gravi come nel caso di Hernandez, chi per questioni molto più serie come per Mendy e Sigurdsson. Secondo il parere di molti, i calciatori dovrebbero essere pagati molto meno, in quanto molti di loro credono di avere un potere illimitato a causa dei contratti multimilionari che firmano fin da giovanissima età. Le vere motivazioni non potremo forse mai scoprirle, c’è solo da sperare che coloro che dovrebbero essere d’esempio per tanti bambini e ragazzi, coloro che sono gli idoli ed i punti di riferimento di milioni di persone al mondo, comincino ad utilizzare un po’ più la testa anche fuori dal campo per potersi ritrovare sempre meno al centro di vicende analoghe a quelle che abbiamo raccontato. D’altronde, il calcio e lo sport dovrebbero servire anche a questo: ad alimentare i sogni di grandi e piccini che sperano di poter emulare i propri idoli che tanto ammirano, dentro e fuori dal campo.

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