Il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato oggi la modifica al Regolamento sull’immigrazione che dovrebbe facilitare la concessione di permessi di soggiorno e di lavoro ai minori e ai giovani stranieri emigrati in Spagna senza l’accompagnamento dei genitori. Secondo quanto riferito dalla portavoce del governo di Sánchez, Isabel Rodríguez, con questo decreto verrà alleggerito il procedimento per inserire 16mila ragazzi nel mercato del lavoro, semplificando inoltre gli oneri amministrativi.
La nuova normativa modifica i requisiti e le scadenze, che attualmente in Spagna rappresentano una barriera, affinché sia i minori stranieri protetti dalle comunità autonome, sia coloro che raggiungono la maggiore età, possano vivere e lavorare legalmente all’interno dei confini dello Stato. Tra i cambiamenti più significativi ci sarebbe la riduzione da nove a tre mesi del termine per provare l’impossibilità del ritorno. Una volta superati questi tre mesi, gli uffici immigrazione documenteranno d’ufficio queste persone senza che la procedura interferisca con un eventuale rimpatrio. Tuttavia, se il rimpatrio dovesse procedere, l’autorizzazione concessa scadrebbe. Inoltre, la validità dell’autorizzazione iniziale aumenterebbe da uno a due anni, mentre l’autorizzazione di rinnovo arriverebbe a tre anni. L’obbligo di atto notarile per il certificato di registrazione viene così sostituito da una relazione dell’ente per la tutela dei minori. Si consolida, infine, che i permessi di soggiorno consentiranno l’accesso al lavoro già al compimento del 16esimo anno di età.
Con la modifica degli articoli 197 e 198 del Regolamento sull’immigrazione, viene anche creato un nuovo regime per i minori non accompagnati che raggiungono la maggiore età e sono al di fuori del sistema di protezione statale. Secondo la precedente norma, i 18enni dovevano dimostrare un reddito compreso tra 500 e 2mila euro per poter ottenere o rinnovare la residenza; ma, dall’entrata in vigore della nuova disciplina, i requisiti finanziari saranno ridotti a meno di 500 euro.
Secondo il governo spagnolo, saranno tra i 15 e i 16mila i ragazzi che potranno trarre vantaggio dalla riforma. Tra questi, circa 7mila sono giovani di età compresa tra i 18 e i 23 anni già considerati illegali. Su Twitter Save the Children ha espresso la propria soddisfazione, ma ha anche ricordato che non è possibile, allo stato attuale, cantare vittoria: “È una notizia molto positiva che in questi #PGE2022 la protezione sociale venga rafforzata per i bambini che vivono in povertà, ma il disegno di questi supplementi, che diminuiscono con l’età, contraddice le cifre relative al costo dell’educazione dei figli e ai tassi di povertà, che aumentano con l’età. Inoltre, il sostegno economico ai bambini non dovrebbe limitarsi alla lotta contro la povertà e dovrebbe anche mirare a sostenere l’educazione di tutti. Pertanto, dobbiamo muoverci verso una fornitura universale di supporto per l’educazione compatibile con questi supplementi”.