venerdì, 19 Aprile 2024

Green Pass, la bozza del nuovo provvedimento: controlli non oltre 48 ore prima sui luoghi di lavoro

Dal 15 ottobre il Green Pass sarà obbligatorio per 23 milioni di lavoratori. In arrivo il nuovo Dpcm in merito ai controlli delle certificazioni sui luoghi di lavoro attraverso applicazioni e software.

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Il premier Mario Draghi si appresta a firmare il nuovo Dpcm sul Green Pass, obbligatorio per tutti i lavoratori a partire dal 15 ottobre. Il decreto servirà a tracciare il percorso dei software usati per verificare in modo “efficace ed efficiente” la validità della certificazione verde sui luoghi di lavoro, attraverso un “pacchetto di sviluppo per applicazioni, rilasciato dal ministero della Salute con licenza open source”, che si può “integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze”. Secondo la bozza del testo, il ministero della Salute “rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità” per una verifica “quotidiana e automatizzata” rivelando solo il “possesso” di un certificato “in corso di validità” e non “ulteriori informazioni”. I soggetti preposti al controllo del Green Pass avranno facoltà di chiedere l’esibizione del documento ai lavoratori “con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”.

Attraverso il sistema Tessera sanitaria, è possibile acquisire, mediante l’apposito modulo online disponibile sul portale nazionale della piattaforma della certificazione verde, “i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde COVID-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività”, dunque anche quelle di lavoro. “Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid-19 da parte della piattaforma nazionale Dgc, – continua la bozza – i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano” una delle condizioni per il rilascio del Green Pass, quali vaccinazione, l’avvenuta guarigione o l’esito negativo del tampone.

Per quanto concerne i controlli del Green pass effettuati con l’apposita applicazione, “è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (qr code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle” per il controllo per l’accesso al luogo di lavoro “le informazioni rilevate dalla lettura dei qr code e le informazioni fornite in esito ai controlli” stessi.

La misura del 21 settembre estende l’obbligo della certificazione verde a 23 milioni di lavoratori dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, termine momentaneo di cessazione dello stato di emergenza. Per tutti i lavoratori che non in regola è prevista una sanzione da 600 a 1.500 euro. I datori di lavoro che non effettuano i controlli rischiano una multa da 400 a 1.000 euro. I privati cittadini che non verificano il possesso del Green Pass da parte del lavoratore, rischiano una sanzione da 400 a 1.000 euro. Il Green Pass si può ottenere 14 giorni dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino, o subito dopo il completamento del ciclo di immunizzazione, ed è valido per un anno. È possibile ottenerlo anche dopo aver effettuato un tampone antigenico o salivare con esito negativo; in questo caso la durata della certificazione sarà di sole 48 ore, mentre per i test molecolari la validità sale a 72 ore. Chi è guarito dal covid ma non si è sottoposto al vaccino può ricevere la certificazione che però, in questo caso, dura 6 mesi.

 

 

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