venerdì, 29 Marzo 2024

Riscaldamento globale, distrutto il 14% della barriera corallina

L'innalzamento della temperatura degli oceani è alla base del così detto "sbiancamento dei coralli"; fenomeno che ne mette a rischio la sopravvivenza.

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L’uomo continua a distruggere il mondo. L’inquinamento, la pesca con la dinamite e il riscaldamento globale hanno portato alla distruzione del 14% delle barriere coralline tra il 2009 e il 2018. A rilevarlo, è uno studio realizzato sulla salute dei coralli. Secondo 300 scienziati del Global Coral Reef Monitoring Network, il colpo più duro è stato subito dai coralli del Pacifico e dell’Asia meridionale, intorno alla penisola arabica e al largo delle coste australiane. “Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per le barriere coralline del mondo”, ha affermato Paul Hardisty, direttore dell’Australian Institute of Marine Science che ha contribuito alla ricerca.

Oltre il 90% del calore in eccesso causato dai gas serra viene assorbito dagli oceani. Ciò permette da un lato di proteggere la superficie terrestre, ma dall’altro, comporta un innalzamento della temperatura delle acque che minaccia la sopravvivenza di molte specie di coralli. Questo fenomeno, conosciuto con il nome di “sbiancamento dei coralli”, è alla base della loro distruzione. Solo nel 1998, un singolo episodio di sbiancamento ha distrutto l’8% di tutti i coralli. Le barriere coralline sono formazioni rocciose sottomarine fondamentali per i mari e gli oceani tropicali perché ospitano un quarto di tutti gli animali e le piante marine, sebbene ricoprano soltanto lo 0,2% del fondo oceanico.

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