giovedì, 25 Aprile 2024

Cittadinanza e diritti si allenano in palestra

"Lo sport è inclusione e, con le sue virtù e i suoi talenti, deve ritornare a essere modello di riferimento per le nuove generazioni". Settanta sportivi di 50 discipline danno vita al movimento Champions for change.

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L’importante non è vincere, ma partecipare. Lo sanno bene gli sportivi che hanno dato vita al movimento Champions for change, Campioni per il cambiamento, e dinanzi all’Arco della Pace di Milano hanno partecipato ieri al flashmob di lancio della sport social responsibility. Settanta sportivi di 50 discipline diverse per affermare a gran voce che “lo sport è inclusione e, con le sue virtù e i suoi talenti, deve ritornare a essere modello di riferimento per le nuove generazioni“.

Concetti ribaditi più volte nei mesi scorsi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante gli incontri con gli azzurri della Nazionale di Mancini dopo la vittoria agli Europei, con gli atleti olimpici e paralimpici medagliati e, ancora, dinanzi alle due nazionali di pallavolo, maschile e femminile, vincitrici dei titoli europei. Proprio ieri il Presidente della Repubblica ha detto ai pallavolisti azzurri: “Siete stati capaci di fondere insieme i vostri talenti, i talenti di ciascuno di voi, e l’intesa di squadra. Per questo siete stati un esempio per l’Italia“.

Ecco, il buon esempio. Gli sportivi sanno cosa vuol dire: ore e ore di sacrifici, di allenamenti, di sveglie all’alba, di tempo sottratto agli amici, agli affetti, al lavoro, di genitori-autisti che li accompagnano su e giù per il Paese e anche oltre i confini nazionali. Anche la cronaca quotidiana lo sa quanto bisogno ci sia in Italia di buoni esempi. Visto che si arriva a giustificare l’omicidio di una madre per soldi, ci si infervora dinanzi al “dovere” di tutelarsi con strumenti di prevenzione come il Green pass scomodando dittature e stermini nazisti.

L’Italia, ma probabilmente anche il mondo intero, ha bisogno di esempi e di palestre in cui allenare i cittadini del futuro alla consapevolezza dei propri diritti e doveri, alla solidarietà, all’accoglienza, ai valori di cittadinanza e partecipazione. Magari, non solo a spese delle famiglie, ma garantendo pari accesso allo sport, con il potenziamento degli impianti scolastici. Palestre, piscine, stadi e palazzetti scuole di vita e di legalità. Perché, citando il grande sportivo Alex Zanardi: “Ci si può drogare di cose buone… E una di queste è certamente lo sport”.

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