giovedì, 25 Aprile 2024

Omicidio Ziliani, l’ex vigilessa stordita dai farmaci e soffocata nel sonno. Si indaga sui telefoni delle figlie

Secondo gli inquirenti la donna sarebbe stata stordita con degli ansiolitici e soffocata con un cuscino mentre dormiva. Si indaga anche sui telefoni delle due figlie da cui le accusate avrebbero rimosso ogni possibile prova dell'omicidio.

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L’ex vigilessa Laura Ziliani sarebbe stata stordita con dei farmaci. È l’ipotesi sui stanno lavorando gli inquirenti, dunque è stato escluso il composto di benzodiazepine come causa del decesso trovato sul corpo della donna. Chi sta lavorando al caso è convito inoltre che Ziliani sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto l’effetto degli ansiolitici “potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa”. Bisognerà indagare sugli elementi che possono essere ancora trovati sul cadavere dopo 140 giorni dal delitto. Le sorelle Silvia e Paola Zani, accusate insieme a Mirto Milani dell’omicidio di Laura Ziliani, avrebbero fatto sparire i loro cellulari durante le indagini dei Carabinieri. Ai militari sarebbero stati consegnati dei telefoni nuovi al momento del sequestro.

Milani ha detto di aver venduto i telefoni a un marocchino in stazione. “Ce li ha pagati 250 euro. E ci ha anche regalato i nuovi cellulari”, ha aggiunto Silvia. I Carabinieri hanno trovato le confezioni nascoste nell’appartamento e solo un mese dopo i tre avrebbero consegnato i vecchi telefoni resettati alle impostazioni di fabbrica. Nelle intercettazioni telefoniche le due sorelle, 18 giorni dopo la scomparsa della madre, si dicevano soddisfatte del patrimonio che avrebbero ereditato. In una registrazione, Silvia gioiva con la sorella più piccola di una somma di 900 euro utili a pagare l’anticipo per una nuova auto e le spese per un’eventuale vacanza. Secondo il giudice, si tratta di una prova schiacciante che mostra “l’assenza di qualsivoglia turbamento in capo alle sorelle circa le sorti della madre”.

 

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