Durante il suo 34simo Viaggio Apostolico che lo ha portato in Slovacchia, alla domanda Come stai? di un gesuita Papa Francesco ha risposto con ironia: “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.
Dopo le false voci di dimissioni il Pontefice ha evidentemente approfittato della domanda per lanciare una frecciata a chi continua a criticarlo. Alla successiva domanda Come ti comporti con le persone che ti guardano con sospetto? infatti ha aggiunto: “Ci sono anche chierici che fanno commenti sgradevoli su di me. A volte perdo la pazienza, soprattutto quando danno giudizi senza entrare in un vero dialogo. Non posso fare niente lì. Tuttavia, vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare. Alcuni mi accusano di non parlare di santità. Dicono che parlo sempre di questioni sociali e che sono comunista. Eppure ho scritto un’intera esortazione apostolica sulla santità, Gaudete et exsultate”.
Nell’incontro inoltre sono stati affrontati diversi temi contemporanei come la teoria di genere: “È pericolosa, sì. Per come la intendo io, è così perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a suo piacimento se e quando essere uomo o donna”.
L’incontro si è infine concluso con il tema di rifugiati. A proposito il Pontefice ha ribadito l’appello affinché i migranti debbano essere accolti, protetti, promossi e integrati, tenendo presenti le capacità dei paesi di accoglienza, perché “lasciare i migranti senza integrazione è lasciarli nella miseria, equivale a non accoglierli”.