venerdì, 19 Aprile 2024

Club27, dal complotto alla maledizione: la morte delle “5 j” della musica mondiale

Il 18 settembre 1970 moriva Jimi Hendrix, uno delle "5J" iscritti di diritto nel Club27, denominato una delle coincidenze più misteriose e sorprendentemente tragiche nella storia del rock & roll, in cui le vittime più famose erano state colpite tutte alla stessa età.

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“La maledizione dei 27”: a leggerlo così potrebbe sembrare il titolo di un libro o di un film horror, invece è una leggenda non conosciuta da tutti, ma che ha caratterizzato parte della storia della musica internazionale. Era il 1994 quando l’espressione iniziò ad essere usata nella stampa musicale e il 5 aprile 1994 quando la morte di Kurt Cobin viene posta in relazione con quella di Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jemes Edwards e Jim Morrison. Cinque degli artisti più famosi e conosciuti accomunati non solo da talento, ma anche dalla loro età al momento del decesso: 27 anni. Da lì in poi niente risultò più una coincidenza, soprattutto quando Amy Winehouse morì nel 2011, esattamente all’età di 27 anni.

Nella cultura popolare, la “sfortuna” o “maledizione” – quelle a cui tutt’ora molta gente crede – sono cose che capitano perché qualcuno ti ha voluto male e allora si vendica di te. Un qualcosa che può esistere, ma né si vede né si legge. Eppure segna gran parte degli eventi – sempre secondo tradizioni ed usanze – che, per combinazione, hanno qualcosa in comune, di simile, ma soprattutto di brutto.

Era il 17 gennaio 1892 quando a San Paolo del Brasile, il compositore, pianista e direttore d’orchestra Alexandre Levy muore a soli ventisette anni. Da lì, negli anni successivi – anche se distanti gli uni dagli altri – un susseguirsi di coincidenze.

Il 3 luglio 1969 il chitarrista e cofondatore dei Rolling Stones Brian Jones muore a ventisette anni. Il 3 luglio di due anni dopo, nel 1971 il cantante e leader dei Doors Jim Morrison muore a ventisette anni in circostanze misteriose: un arresto cardiaco causato, si ipotizza, da un’overdose tra alcol ed eroina. Una morte che, anche a distanza di tempo, sembra solo “un’elaborata sciarada” o peggio ancora un complotto della CIA, le cui prove non sono mai state trovate. Quella di Morrison chiudeva una tripletta di decessi, uno vicino all’altro.

Il 18 settembre 1970 – esattamente 51 anni fa – Jimi Hendrix muore a ventisette anni, affogato nel proprio vomito causato da un mix di alcol e tranquillanti. Poco più di due settimane dopo, il pomeriggio del 4 ottobre 1970, Janis Joplin, una delle voci più sensazionali di tutti i tempi, muore – indovinate un po’ – all’età di ventisette anni. Doveva presentarsi negli studi della Sunset Sound di Hollywood per registrare la traccia vocale di una canzone, ma lì non c’è mai arrivata.

L’età della morte dei tre artisti era solo uno dei tanti loro elementi in comune. Anche al più scettico tutto questo sarebbe sembrata una coincidenza inquietante. Ma soprattutto una coincidenza che non si ferma. Insomma da “complotto” a “maledizione” è stato un attimo.

Più di quattro artisti, tutti con l’iniziale del nome “J” – anche qui coincidenze? – vengono iscritti di diritto al Club27. Il 14 marzo 1972 si aggiunge un altro membro: Linda Jones, una cantante soul spentasi per coma diabetico morta anche lei a ventisette anni. Il Club27 non ha mai chiuso “i battenti” e la leggenda della sua maledizione è continuata: un filo rosso che collegava tutti i suoi prescelti, non solo quelli con la lettera J, ma tutti quelli accomunati da età e modalità di morte. Ecco qui che la parola casualità in questo contesto perdeva il suo significato, mentre la perifrasi “umanità sfortunata” acquisiva sempre più popolarità.

Il 27 Club è diventato una delle coincidenze più misteriose e sorprendentemente tragiche nella storia del rock & roll, in cui le vittime più famose erano state colpite tutte alla stessa età. Per chi ci crede, questo è un pezzo di storia della musica internazionale.

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