Una pericolosa escalation verbale quella che si registra on-line da parte dei no-vax e degli oppositori del Green Pass: nei primi sette mesi del 2021 gli atti intimidatori verso i giornalisti sono cresciuti del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più di un caso su due è avvenuto sul web.
È uno dei dati emersi nel corso della riunione del “Centro di coordinamento dell’attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, convocata al Viminale dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a seguito proprio dell’intensificarsi degli attacchi sulla rete e dei gravi atti di violenza che hanno riguardato alcuni cronisti nel corso di manifestazioni di protesta contro i provvedimenti del governo per contenere la diffusione del Covid 19.
Al termine dell’incontro, la Guardasigilli e i rappresentanti dei giornalisti hanno condiviso “l’esigenza di definire nuovi strumenti operativi per rendere più efficace la prevenzione di un fenomeno che desta grande preoccupazione anche per le dimensioni che sta assumendo sulla rete”. “L’obiettivo comune è anche quello di individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio in questa delicata fase storica caratterizzata dalla pandemia”, ha detto il ministro Lamorgese, al termine della riunione alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il capo della polizia Lamberto Giannini, il vice capo della polizia Vittorio Rizzi, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Raffaele Lorusso.