giovedì, 25 Aprile 2024

Afghanistan, studentesse de La Sapienza lanciano un appello disperato: “Salvateci”

"Aiutateci a uscire da questa città sofferente prima che ci seppelliscano con tutti i nostri sogni", l'appello di una delle studentesse afghane bloccate a Kabul.

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Il grido d’aiuto arriva dalle voci di alcune studentesse afghane iscritte a La Sapienza di Roma e rimaste bloccate a Kabul. La lettera, inviata alla Stampa, lancia un appello: “Chiediamo al governo italiano e alla comunità internazionale di collaborare con noi studenti dell’Afghanistan, siamo un gruppo sociale vulnerabile in questo paese martoriato e abbiamo urgente bisogno di aiuto per salvare le nostre vite da questa situazione di immediato pericolo. Abbiamo bisogno della speranza per continuare la vita”. Un messaggio simile è stato inviato anche a Repubblica.

Nelle parole delle giovani e di altri colleghi traspaiono il terrore che stanno vivendo e una forte richiesta di aiuto. “Ieri ho letto la notizia che i talebani prenderanno il controllo dell’aeroporto alla fine di questo mese, ho un nodo alla gola che mi sta soffocando. Mi chiedevo se ci sarà qualcuno che possa leggere queste righe dal mio cuore spezzato e aiutarci a uscire da questa città sofferente prima che ci seppelliscano con tutti i nostri sogni“.

Un’altra studentessa ancora racconta il suo tentativo di fuga all’aeroporto: “Mi sono trovata faccia a faccia con i talebani e ho passato il loro posto di blocco – si legge nella lettera a Repubblica – sono stata picchiata da loro: mi hanno colpito alla schiena con un tubo ma ho resistito, mi sono trascinata vicino all’ingresso dell’aeroporto, ma è successo qualcosa che mi ha scosso l’anima. Un’esplosione. Si è fatto buio ovunque, sono scappati tutti. Mi sono trovata nella stessa situazione capitata alle mie amiche qualche tempo fa. Le vite di alcune delle mie migliori amiche sono state spezzate all’interno di una scuola dove si stavano preparando per l’esame di ammissione all’università”.

Ai microfoni di Sky TG24, la ministra dell’Università e Ricerca, Cristina Messa, ha parlato della situazione: “Le ragazze sono state divise in gruppi e affidate in situazioni protette in più case, stanno girando, per evitare di essere identificate. La situazione in questo momento è protetta, però bisogna correre. C’è un intensissimo scambio tra i tre ministeri coinvolti e l’università Sapienza. Prevedere il futuro è difficile, ma stiamo veramente facendo di tutto”.  “Fino ad ora – ha continuato – abbiamo inviato la lista di studenti e studentesse considerati a rischio, che erano stati già accettati e in rapporti con il nostro Paese, perché erano in lista di priorità presso il ministero degli Esteri. Adesso si passa alla fase due in cui ci sarà un tavolo interministeriale, per continuare a monitorare la situazione, ma come si può immaginare diventa tutto più difficoltoso. Le liste nominative restano solo in mano a noi, non devono arrivare alle forze che stanno occupando il Paese. Bisogna capire se si riesce ancora con qualche volo, altrimenti via terra”. Per il volo “si può lavorare con Francia e Inghilterra in modo particolare, la Difesa e gli Esteri stanno lavorando per questo”.

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