giovedì, 28 Marzo 2024

Canili, fine pena mai. Liberiamoli con un’adozione

I canili dovrebbero essere un luogo di passaggio, non una cella in cui finire senza una colpa da espiare per l'intera esistenza. L'adozione è un gesto che può salvarli, perché acquistare un cane, in migliaia sono lì, pronti a diventare compagni fedeli per la vita.

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Coco stava sonnecchiando nella sua cuccia quando ha sentito i miei passi vicini. Si è alzato di scatto correndomi incontro nel suo box 2×2, scodinzolando e aggrappandosi alle sbarre arrugginite che ci separavano, per ricevere una carezza. È un piccolo batuffolino beige di due anni, arrivato in canile da pochi mesi. Ha ancora negli occhi la vitalità di un cane libero.

Accanto a lui c’è Joe, un meticcio di 8 anni, in canile da 6. Quando mi ha visto, non si è alzato. È rimasto lì, rannicchiato nell’angolino della sua cella. All’inizio anche Joe saltava e scodinzolava ogni volta che qualcuno si avvicinava a lui. Ogni volta, pensava fosse la persona che l’avrebbe portato via da lì. Sono passati sei anni. Ma nessuno lo ha mai preso con sé.

giornata mondiale del cane

Joe se ne stava lì, a guardarmi con lo sguardo triste e rassegnato di chi già sa come sarà il resto di tutti i suoi giorni. I canili dovrebbero essere un luogo di passaggio, non una cella in cui finire senza una colpa da espiare per l’intera esistenza.

Per fortuna, in alcun canili, ci sono dei volontari che si prendono cura di loro, regalando attenzioni, affetto e un po’ di libertà. Ma non basta. La maggior parte delle ore della loro vita la trascorrono da soli e isolati, tristi, abbattuti, infelici.

I volontari non possono sostituire l’affetto quotidiano che può dare il vivere in una famiglia, in un giardino dove correre, in una casa con una cuccia calda al posto del cemento freddo di un box. Per i cani, la dimensione familiare è fondamentale. Per questo motivo, la solitudine, la mancanza di affetto si trasformano in malessere, tristezza, depressione.

Giornata mondiale del cane

Si, anche i cani soffrono di depressione. E nei canili ce ne sono tanti. C’è chi se ne sta immobile, rannicchiato con lo sguardo nel vuoto, come Joe. O chi mostra i denti all’avvicinarsi di qualcuno. Altri agitano nervosamente le ciotole del cibo o dell’acqua. Ma sono tutti comportamenti che chiedono una sola cosa: amore.

Chiedono di ricevere quell’amore incondizionato che solo loro sanno dare. Quello stesso amore che salva ogni giorno bambini, ragazzi, adulti dalla depressione, dalla tristezza o da un malessere indefinito. Ma quando sono loro a soffrire, come possiamo aiutarli? Adottandoli. I canili italiani sono oramai strapieni e senza soldi. Non possono garantire un adeguato livello di assistenza.

Secondo i dati riportati da Legambiente nel rapporto 2021, i posti disponibili nei 226 canili rifugio presenti sul territorio nazionale sono 36mila, ma i cani presenti superano i 90mila. Una buona parte, purtroppo, si trova in strutture mal gestite e fatiscenti, soprattutto nel sud del Paese. Ma la cosa ancora più preoccupante è che non sappiamo quanti di questi cani soffrono di solitudine e depressione.

Giornata mondiale del cane

Per fortuna, sono molte le realtà associative che si occupano di monitorare la situazione dei canili italiani promuovendo l’adozione dei nostri amici a quattro zampe – (Enpa, Lav, Adica, Anci – zero cani in canile). Dal 1950, ad esempio, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane opera in 17 regioni per aiutare animali in difficoltà, maltrattati e abbandonati, dando loro soccorso, cure e, con un po’ di fortuna, una casa. Ogni giorno, grazie anche alle adozioni a distanza, accudiscono 28.958 cani anziani grazie all’aiuto di 3.200 volontari in 52 canili italiani.

Le adozioni dirette, invece, seguono un iter ben preciso. Ma non si può prendere un cane se non si è sicuri di volerlo per davvero e di poterlo crescere nel migliore dei modi. In molti, dopo aver vissuto una breve esperienza felice in famiglia, vengono riportati indietro. In quel caso, la sofferenza che ne deriva può essere ben peggiore di quella precedente.

Per questo motivo, solitamente, i volontari del canile o rifugio fanno compilare ai futuri “genitori adottivi” una domanda di adozione, nella quale si chiede quali siano le proprie abitudini, le esigenze, lo stile di vita. Lo spazio in casa a disposizione. E tutte le informazioni utili per scegliere il cane più adatto.

Successivamente, inizia la procedura di adozione vera e propria. Alcune strutture prevedono una fase di pre affido. Un momento importante per conoscersi a vicenda e sviluppare un rapporto di fiducia. Si procede poi alla visita di pre affido, durante la quale i volontari verificano se la famiglia è quella giusta per l’adozione. Superati questi step, si compila il modulo di adozione e si diventa ufficialmente proprietari del batuffolo che ci ha rubato il cuore.

Perché acquistare un cane, quando in migliaia sono lì, pronti a diventare compagni fedeli per la vita? Non si può negare che, spesso, acquistare un cane da un allevatore è una forma di egoismo basata su canoni estetici e aspettative personali.

Perché, in realtà, tutti i cani danno lo stesso amore incondizionato, indipendentemente dalla razza o dal pedigree. È la loro tenerezza, l’allegria che deve farci scegliere. La possibilità di compiere una buona azione, salvandoli da una condanna all’ergastolo immeritata, come quella di Joe.

Nella Giornata Mondiale del Cane, prediamo consapevolezza di questa realtà dalla quale, purtroppo, in tanti siamo distanti. Non lasciamo che Coco perda la sua vitalità, la sua gioia di vivere. Prendiamocelo, e con lui tutta la sua voglia di vivere e di ricevere affetto e amore.

Giornata mondiale del cane

 

 

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