Sulla questione aperta per la “terza dose”, il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa sull’ipotesi ha dichiarato: “La terza dose di vaccino anti Covid è un salto nel buio perché non si sa se usare lo stesso preparato vaccinale, e probabilmente ci sarebbe bisogno di usare un altro preparato vaccinale” con gli aggiornamenti sulle varianti, “non si sa qual è la situazione immunitaria di chi si è vaccinato e chi ha già avuto un decadimento degli anticorpi”.
“Sicuramente valutare persona per persona è molto complesso – ammette il medico – ma noi potremmo già orientarci per decadi perché in linea generale le decadi più elevate sono quelle più esposte a un decadimento della risposta anticorpale, quindi partire dagli ultraottantenni e campionare gli anticorpi e poi scendere agli over 70, agli over 60 con una progressività, non dimenticando i fragili” continua “dobbiamo pensare agli anticorpi monoclonali come alternativa al vaccino, ci sono delle categorie affette da immunodeficienze di varia natura che ai vaccini non rispondono e hanno bisogno di protezione”.
I monoclonali, spiega, “sono anticorpi che non devi produrre ma sono già belli e prodotti, sono protettivi, durano mesi, hanno uno spettro di attività molto ampio che include le varianti e quindi sono un’alternativa al vaccino o un’integrazione del vaccino molto, molto interessante”.
“L’unico problema – aggiunge – è la loro validazione clinica e il costo ma dove riuscissimo a contenerne il costo sarebbe un preparato a intramuscolo facile da somministrare, quasi domiciliare, quindi sarebbe davvero importante poterne disporre. Così come importante sarebbe disporre di uno o più farmaci antivirali orali. Per i refrattari al vaccino bisogna dire che ci sono anche queste possibili alternative. Perché non dirlo? Non saremmo equilibrati nel nostro giudizio. Non ti vuoi proprio vaccinare? Fatti i monoclonali, sono anticorpi, è come fare le immunoglobuline per il tetano, non è uguale ma molto simile”.