martedì, 23 Aprile 2024

Afghanistan, continua l’avanzata dei talebani: caduti 9 capoluoghi

I talebani avanzano in Afghanistan mentre gli Stati Uniti si affrettano per completare il ritiro delle truppe che sarà formalizzato il 31 agosto. Secondo l'OIM sono circa 359mila le persone sfollate dall'inizio dell'anno. Molti si sono rifugiati a Kabul dove vivono allo stremo.

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Non si arresta la conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani. Dal 6 agosto sono caduti nove dei 34 capoluoghi di provincia del Paese. “I talebani sono ora in città, hanno alzato la loro bandiera nella piazza centrale e nell’ufficio del governatore”, ha detto all’Agence France-Presse Mamoor Ahmadzai, membro del parlamento della provincia di Baghlan, a nord di Kabul.

Fino ad ora le conquiste talebane erano limitate principalmente alle aree rurali, ma adesso i combattimenti si stanno spostando nei centri urbani. Le città più grandi, come Kandahar a sud e Herat a ovest, sono sotto assedio. Martedì è caduta anche Farah, capitale dell’omonima provincia. “Hanno preso l’ufficio del governatore e la sede della polizia. Le forze di sicurezza si sono ritirate in una base dell’esercito”, ha spiegato all’AFP il consigliere provinciale Shahla Abubar. La notizia è stata ufficializzata su Twitter da un portavoce degli insorti.

Decine di migliaia di persone sono fuggite abbandonando le loro case. Secondo i dati dell’ONU, in un mese, sono almeno 1.181 feriti, compresi i bambini, e 183 i civili che hanno perso la vita a Lashkar Gah, Kandahar, Herat e Kunduz. Per l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 359mila persone sono state sfollate in Afghanistan dai combattimenti dall’inizio dell’anno. Le famiglie sono affluite a Kabul, vivendo allo stremo in parchi e strade con poco cibo o acqua.

L’offensiva dei talebani è ricominciata in concomitanza del ritiro delle truppe statunitensi dopo 20 fallimentari anni di permanenza nel Paese. “Non ho rimpianti per la mia decisione di lasciare l’Afghanistan”, ha detto martedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che lascia l’incombenza sugli afghani che “devono avere la volontà di combattere” e “devono combattere per se stessi, per la loro nazione”. Biden ai giornalisti alla Casa Bianca ha risposto “abbiamo speso oltre un trilione di dollari in 20 anni. Abbiamo addestrato e dotato, con attrezzature moderne, oltre 300mila forze afgane. E i leader afghani devono unirsi”.

La partenza delle forze americane, che sarà formalizzata il 31 agosto, ha notevolmente ridotto il sostegno degli Stati Uniti all’Afghanistan. I pochi attacchi aerei statunitensi contro i talebani dovrebbero cessare questo mese con il completamento del ritiro delle truppe. “Siamo consapevoli del deterioramento delle condizioni di sicurezza in alcune parti del paese, ma nessun risultato particolare è inevitabile”, ha affermato John Kirby, principale portavoce del Pentagono. “Continueremo a coordinare gli attacchi aerei con e a sostegno delle forze afgane quando e dove possibile. Ma come ha chiarito il presidente, i leader afghani devono unirsi”.

Bruce Riedel, ex ufficiale della CIA responsabile della revisione della politica statunitense nei confronti di Afghanistan e  Pakistan per l’amministrazione Obama nel 2009, ha affermato che la situazione in Afghanistan “è desolante, peggiore di quanto ci si aspettasse così rapidamente”. “Il pericolo”, ha aggiunto, “è che lo slancio dell’offensiva dei talebani travolga il governo afghano e la difesa di Kabul crolli”. Martedì, un anonimo funzionario ha riferito al Washington Post che l’esercito americano sta valutando la possibile capitolazione della capitale entro 90 giorni, mentre altri anticipano la catastrofe a un mese.

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