mercoledì, 24 Aprile 2024

L’anidride carbonica del Green Pass e dei vaccini: Saviano e il grido di libertà costituzionale – VIDEO

La pandemia è per Roberto Saviano uno "stato d'eccezione"; ai nostri microfoni l’autore ne dipinge i contorni sociologici, etici, filosofici.

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Siamo ufficialmente nella quarta ondata. Il Parlamento si appresta a varare le nuove disposizioni in materia di green pass, su cui è arrivata l’immancabile pioggia di emendamenti, mentre il dibattito sui vaccini, e una eventuale terza dose per via della variante Delta, non accenna a placarsi. La pandemia è ormai uno “stato d’eccezione”, così come descritto da Roberto Saviano, che ai microfoni de “Il Quotidiano Italiano”, ne dipinge i contorni sociologici, etici, filosofici.

Trovarsi nel mezzo di un evento che fa collassare le nervature della società, quando il pericolo atterrisce la collettività e gli eventi che si susseguono non sono più decifrabili da parte dei cittadini, si ha bisogno di un capo che prenda decisioni. È così che la pandemia crea uno “stato d’eccezione”, con la rottura di tutti gli equilibri e qualunque capo che voglia essere visto dai sudditi-cittadini come una guida, l’unica possibile, deve avere a disposizione uno “stato d’eccezione”, di emergenza, in cui l’uomo-guida mortale smette di essere un mortale per diventare un semidio, quasi un deus ex machina. Un astro, capace di salvare il suo popolo, affinché quel popolo non chieda più alla Legge, ma a qualcun altro, di prendere decisioni.

Prendendo a prestito le teorie di Carl Schmitt, seppur così dissonanti dal suo pensare, Saviano conferma che solo se c’è un comune nemico infido, il corpo sociale si compatta per rendere possibile la nascita di un capo che si sostituisca al diritto. In quest’ottica, nel suo ultimo libro, “Gridalo”, Saviano afferma invece la necessità di gridare Giustizia in questo mondo in cui le regole non vengono rispettate. Per quelli che parlano di “dittatura sanitaria”, di incostituzionalità del Green Pass, Saviano fa tacito ma evidente riferimento all’articolo 16 della Costituzione, a mente del quale “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e di sicurezza”.

E alla nostra domanda su come reagire di fronte alla quarta ondata della pandemia, se occorre cioè dover respirare ancora “anidride carbonica” come male necessario per imparare a vivere anche nelle difficoltà, Saviano risponde: “Quello che più conta è riuscire a trovare soluzioni nella dinamica e nell’autorevolezza del diritto. La diffidenza verso il vaccino, le polemiche sul certificato verde e sulle discriminazioni sociali che produrrebbe, sono conseguenza di incomprensione sociale da un lato, rispetto ad una comunicazione mediatica miope dall’altro”. Di conseguenza, l’unico modo per trovare il senso del vivere in questo momento, “non è sentirsi vittime, mezzi per far profitto a qualcuno, non è ritenersi manipolati, condizionati discettando su questa o quell’altra teoria. Per sopravvivere e tutelare le libertà di un popolo bisogna agire nella direzione del rispetto delle regole”.

In uno stato d’eccezione come quello di una pandemia che persiste, che si declina in varianti, che crea mostri, tuttologi, negazionisti ed un esercito eterogeneo di individui, oltre che ancora di tanti contagiati, anche il diritto costituzionalmente garantito all’articolo 21 alla libera manifestazione del pensiero non può estendersi sino a scardinare i principi fondamentali dell’Ordinamento: la scelta, la decisione, il pensiero del singolo individuo vanno intesi nella prospettiva sociale della collettività, così come la Legge insegna. E se per molti è il potere e non la verità che crea la Legge, dobbiamo comunque essere schiavi delle leggi per poter essere liberi, come ci insegna Cicerone.

 

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