Una violenza di gruppo su una sedicenne, questa la denuncia di una minorenne, che invitata ad una festa, convinta di trascorrere una normalissima serata all’insegna del divertimento e della spensieratezza, si è ritrovata in un incubo. È il 1° giugno quando si reca insieme alla madre al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Cremona, spaventata di essere rimasta incinta, ma che da lì a poco inizia a raccontare i dettagli agghiaccianti della serata.
Non si sa se la notte del 18 maggio abbia assunto o sia stata costretta ad assumere alcolici o sostanze stupefacenti, ma racconta di essere rimasta vittima di uno stupro di gruppo senza la possibilità di difendersi. Gli accusati hanno tutti età compresa tra i 20 e i 23 anni, residenti nel mantovano tra Suzzara, luogo della festa, Gonzaga e Pegognaga.
Nel corso dell’audizione la 16enne ha anche spiegato di aver confessato ad un amico quanto le era accaduto. Il giovane, che in parte conosce il gruppo di ragazzi mantovani, è stato sentito dagli investigatori e ha fornito ulteriori dettagli utili agli accertamenti. Mettendo insieme gli elementi esposti dalla ragazza durante un’audizione protetta con una psicologa, e da altri due giovani presenti quella notte, estranei alla vicenda, i poliziotti sono riusciti a ricostruire il luogo e il contesto del racconto.
Una volta verificata l’attendibilità delle testimonianze, nella mattinata del 2 luglio gli agenti hanno avviato le perquisizioni a carico degli indagati, individuando precisamente il posto dello stupro e sequestrato i cellulari, insieme ad altri dispositivi elettronici. La Gip del Tribunale di Mantova, Beatrice Bergamasco, ha emesso le misure nei confronti dei cinque giovani, due sono stati arrestati e condotti al carcere di Mantova, mentre per gli altri tre del gruppo è stato emesso l’obbligo di dimora.