Brutte, bruttissime notizie, nella dura lotta contro il coronavirus. Secondo i risultati di uno studio ancora in attesa di validazione, l’efficacia del vaccino Pfizer-BioNtech nella prevenzione del contagio cala dal 96 alll’83,7% a sei mesi di distanza dalla seconda dose.
I risultati dello studi si devono a oltre 40mila volontari che in 6 Paesi hanno alla sperimentazione clinica che Pfizer e BioNTech avviato a luglio 2020 e terminata a marzo. Analoghe conclusioni arrivano anche da Israele, come abbiamo scritto nei giorni scorsi. sebbene in quel caso si parli di variante Delta, attualmente la piĂą temuta in circolazione, con l’efficacia crollata al 64%.
C’è da dire che lo studio delle due case farmaceutiche è stato portato avanti quando la variante Delta non era così tanto diffusa come in questo periodo. Da tempo circola ormai l’ipotesi di una terza dose da somministrare, ma su questo non c’è ancora uniformitĂ di pensiero. Pfizer stessa ha condiviso i risultati della sperimentazione sulla terza dose del suo vaccino originale contro la variante Delta; il livello di anticorpi è aumentato di 5 volte nella fascia di etĂ 18-55i e di ben 11 volte nei 65-85.
Ma se per la Food and Drug Administration gli americani completamente vaccinati non ne hanno bisogno, per l’EMA “è troppo presto per confermare se e quando sarĂ necessaria una dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perchĂ© non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di immunizzazione e dagli studi in corso per capire quanto durerĂ la protezione dai vaccini”. Come giĂ successo in passato, dunque, si procede in ordine sparso.
La Turchia ha giĂ avviato la somministrazione della terza dose del cinese Sinovac o Pfizer, Indonesia e Thailandia hanno deciso l’inoculazione della terza dose di Moderna e Pfizer ad alcune persone vaccinate con CoronaVac.