giovedì, 25 Aprile 2024

Covid, zona gialla in vista. Speranza: “Determinanti i ricoveri”

Silvio Brusaferro: "Ad oggi in Italia sono 2,5 milioni le persone over60 che non hanno iniziato la vaccinazione e questo è un bacino di utenza particolarmente critico".

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In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori“. Così Roberto Speranza, a margine della riunione organizzata dalla nuova presidenza slovena con i ministri di Germania, Portogallo e Slovenia.

Poche parole che chiariscono la posizione del Ministro della Salute sull’eventuale ritorno in zona gialla di alcune regioni italiane, come paventato da più parti, dopo l’aumento dei casi di covid-19 nel nostro Paese. Sardegna, Sicilia e Veneto sarebbero a rischio zona gialla, secondo l’ultimo Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica. Nel documento diffuso quest’oggi si invita a “tenere d’occhio il risveglio silente della pandemia, che fa registrare un rialzo dei nuovi casi (13 nuovi casi ogni 100mila) e della positività (1 paziente su 33 nuovi soggetti testati) e il rischio di alcune regioni di tornare gialle. Attualmente la regione con il rischio maggiore di entrare in zona gialla è la Sardegna (0,32 su una scala da 0 a 1), seguita da Sicilia (0,31) e Veneto (0,24); al contrario la regione con il rischio inferiore di entrare in zona gialla è la Valle d’Aosta (0,04), seguita da Basilicata, provincia di Trento e Puglia a 0,08. Il rischio medio nazionale di divenire gialli è attualmente pari a 0,18”.

Si tratta di proiezioni che “sono frutto di un nuovo indicatore che misura il rischio delle regioni di entrare in zona gialla considerando il numero di nuovi casi in un certo momento in una data regione e allo stesso tempo il numero di persone vaccinate in quella regione fino a quel momento. Questo indicatore è quindi basato su una soglia modificata dei livelli critici dell’incidenza per tener conto dell’avanzamento del piano nazionale di vaccinazione. O in altri termini pesa il numero di contagi con il numero di vaccinati, perché un numero di contagi elevato in una regione con tanti vaccinati non dovrà preoccupare troppo”.

“Usando questo indicatore – prosegue il Report – si riesce a mettere in atto azioni preventive prima ancora che le ospedalizzazioni aumentino. Infatti non sono le ospedalizzazioni in sé da tenere sotto controllo, perché agire quando le ospedalizzazioni sono già aumentate significa agire tardivamente, come è stato fatto nella seconda ondata lo scorso autunno”.

“Alla luce delle evoluzioni degli ultimi giorni – afferma Americo Cicchetti, direttore di Altems – è indispensabile prevedere l’adozione di misure restrittive che però tengano conto del nuovo contesto legato all’avanzamento della campagna vaccinale che è diverso da regione e regione. Le soglie per l’ingresso nella zona gialla vanno quindi riviste e differenziate tra regioni perché è diverso l’avanzamento della campagna vaccinale nelle diverse regioni. Con questo ultimo introduciamo un modello di revisione delle soglie di rischio regionali, potenzialmente utile al governo della fase attuale della pandemia”.

Lo confermano anche le dichiarazioni di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia. Nel ribadire che la variante Delta può essere fino a 110% più contagiosa, Brusaferro commenta: “Le proiezioni allo stato attuale mostrano che nel mese di agosto potrebbero esserci un aumento di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva con centinaia di casi in più”. “Ma in tutti gli scenari questi dati sono inferiori alle soglie critiche”, precisa.

Brusaferro afferma che “la variante Delta è proiettata ad essere dominante nelle prossime settimane. È quindi importante tracciare i contatti e prevedere le quarantene ed è opportuno raggiungere quanto prima la copertura vaccinale con la doppia dose. Questa è una delle priorità. A livello europeo si cominciano a vedere parti del continente dove la situazione del virus è particolarmente intensa. Colpisce il dato della Spagna, che in alcune zone ha un colore rosso scuro, e l’Olanda, ma anche aree come Cipro e l’isola di Creta dove il colore si sta rapidamente scurendo”. Si vede anche “nelle zone del Sud della Francia. Questo si traduce in una curva in rapida crescita” in queste zone.

Un quadro preoccupante, nel quale anche “l’Italia comincia a muoversi”. Infatti, oggi, sono 2.898 i positivi ai test per i Covid scoperti nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano 2.455. Il tasso di positività è dell’1,4%, in ulteriore crescita rispetto all”1,3% di ieri. In terapia intensiva i malati Covid sono 161, in aumento di 8: per il secondo giorno consecutivo il dato cresce. In merito all’indice di contagio, Brusaferro osserva che “l’Rt è in crescita e passa dallo 0.66 della settimana precedente allo 0.91 di questa settimana e cominciano ad esserci regioni che con l’Rt puntuale vanno sopra il valore di 1 anche se tutte con l’intervallo di confidenza più basso sono sotto. Anche l’Rt ospedaliero è in crescita”. Ci sarebbero, quindi, tutti i sintoni di “una trasmissione in fase di ricrescita. E sappiamo che con Rt sopra 1 il numero di casi tende ad aumentare”, spiega ancora il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

“Le fasce d’età più colpite sono 10-19 anni e 20-29anni, indice di una popolazione giovanile che contrae di più l’infezione in questa fase”, afferma Brusaferro. Fasce d’età certamente più soggette al contagio perché meno avvezze al distanziamento e all’uso della mascherina e più facili agli abbracci e ad altri comportamenti a rischio per la ripresa della pandemia. “L’evoluzione nel mese di agosto – sottolinea Brusaferro – si prospetta con una crescita dell’occupazione in terapia intensiva e area medica ma comunque inferiore alle soglie critiche del 30% e 40%, ma è possibile che si superi il 10% di occupazione con centinaia di persone ricoverate, questo è ovviamente lo scenario peggiore”.

La bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss- Ministero della Salute sull’andamento dei contagi, oggi all’esame della cabina di regia, evidenzia un tasso di occupazione in terapia intensiva del 2%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 187 (06/07/2021) a 157 (13/07/2021); il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale rimane al 2%; il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 1.271 (06/07/2021) a 1.128 (13/07/2021).

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità si sofferma, poi, sulla copertura vaccinale nel nostro Paese: “Negli over80 il 90% delle persone ha completato ciclo vaccinale, ma man mano che decresciamo nell’età la quota si riduce molto e sappiamo che oggi in Italia sono 2,5 milioni le persone over60 che non hanno iniziato la vaccinazione e questo è un bacino di utenza particolarmente critico. È estremamente importante che queste persone si proteggano per evitare effetti più critici dell’infezione”. In particolare, soltanto “il 57% nella fascia 60-69 anni ha completato il ciclo vaccinale; nel caso dei 70-79enni solo il 74%. E sappiamo che oggi nel nostro Paese sono circa due milioni e mezzo le persone con più di 60 anni che non hanno iniziato la vaccinazione. Si tratta di un bacino d’utenza particolarmente critico in una fase in cui la circolazione del virus sta riprendendo e procederà nella sua diffusione. È estremamente importante proteggere queste persone”, far sì che “si proteggano per evitare gli effetti più critici”.

In questo momento, conclude Brusaferro, “in cui stiamo completando il ciclo vaccinale, un passaggio estremamente positivo perché sappiamo che con la variante Delta i vaccini sono efficaci soprattutto con la seconda dose. Però abbiamo dei limiti che dobbiamo cercare di compensare nel più breve tempo possibile”.

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