Secondo quanto riferito oggi dal ministero della Salute israeliano, sono oltre 850 i nuovi casi di coronavirus nel Paese, il conteggio giornaliero più alto dal 22 marzo. Il numero dei pazienti in gravi condizioni è sceso a 52, di cui 17 in terapia intensiva, ma sale rispetto ai 19 casi dello scorso mese.
Dalle 15 (ora italiana) si sta tenendo un vertice del governo con responsabili e professionisti dei ministeri della Salute, della Difesa, della pubblica Sicurezza, delle Finanze, dei Trasporti e dell’Economia per discutere “l’aumento della morbilità della Variante Delta in tutto il mondo”. Solo Sha’arei Tikva e Giv’ot Bar sono state designate in rosso, secondo il sistema “a semaforo” usato dal ministero della Salute per classificare le città in base alla gravità della diffusione del virus. I dati governati hanno però mostrato che il 78,6% della popolazione del Paese vive in aree verdi; inoltre, sono 5.740.832 gli israeliani (il 61,73% della popolazione) che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e 5.218.801 (56,12%) quelli completamente immunizzati.
Nonostante l’aumento dei contagi, il governo Bennett ha stabilito martedì di allentare alcune restrizioni, riducendo il periodo di quarantena da 10-14 giorni a sette. Ieri il primo ministro, Orna Barbivai (Economia) e Nitzan Horowitz (Salute) hanno annunciato l’intenzione di introdurre un “Revelry Pass” per limitare la diffusione del virus a matrimoni, feste e altri grandi eventi celebrativi al chiuso. Il rischio di assembramento non sarà limitante per vaccinati, guariti o che presentano un test COVID-19 negativo, obbligati però ad indossare la mascherina.
Per Bennett Israele può superare l’ostacolo della variante Delta senza introdurre ulteriori limitazioni se i cittadini presteranno attenzione alle norme sanitarie, ma le chiusure potrebbero eventualmente essere reintrodotte come ultima risorsa se la situazione dovesse aggravarsi.