venerdì, 19 Aprile 2024

La lingua batte dove il Movimento duole: i 5Stelle tra politichese e aziendalese

Può una forza parlamentare esprimersi in aziendalese e politichese? Se si tratta del Movimento 5Stelle a quanto pare sì.

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“Prematurata la supercazzola o scherziamo?”. No, non stiamo recitando in Amici miei e non vestiamo nemmeno i panni di Ugo Tognazzi. Ma a leggere le parole del Movimento 5Stelle viene da porsi la domanda. Beppe Grillo è “garante e curatore dei principi e dei valori dell’azione politica”, mentre Giuseppe Conte “unico titolare dell’azione politica”. Queste determinazioni del Movimento cosa significano? Sarà ancora Grillo il “padre padrone” dei grillini come diceva alcuni giorni or sono Conte? E poi, quali “gli ultimi dettagli che entrambi nei prossimi giorni definiranno insieme”, per citare il ministro Patuanelli? E non finisce qui: Grillo nominerà il Comitato di Garanzia e il Collegio dei Probiviri. Ripetiamo: Comitato di Garanzia e Collegio dei Probiviri. Qualcuno avrà capito le definizioni e le funzioni di tali organi.

Ma non lasciamo il cinema, poiché dopo aver appreso il messaggio di Crimi viene da menzionare il Mister Wolf di Pulp Fiction: “Non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda”. Il senatore Vito Crimi, infatti, si è espresso così sul nuovo assetto del Movimento sancito da Conte e Grillo: “Determinante è stato il contributo scaturito dal lavoro svolto dal Comitato dei Sette che Grillo e Conte ringraziano”. E chi fa parte del Comitato dei Sette? Ma naturalmente lo stesso Crimi, Ettore Licheri, Davide Crippa, Tiziana Beghin, Stefano Patuanelli, Luigi Di Maio e Roberto Fico. Fa eco al reggente dei 5Stelle il Presidente della Camera dei deputati: “Ognuno di noi ha fatto la propria parte per il bene del Movimento”. Noi chi? I parlamentari? I Sette?

Giunti a questo punto, qualcuno storcerà il naso: “Un articolo sul metodo, non sul merito”. E allora entriamo nel merito. Grillo a proposito di Conte nelle ultime settimane diceva: “Non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”. Pareva che avesse scaricato l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri. “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Le organizzazioni orizzontali come la nostra, per risolvere i problemi, non possono farlo delegando a una persona la soluzione”. Organizzazioni orizzontali. In cosa consistono? E quelle verticali, invece? Parole crociate grilline.

La replica di Conte parla di “diversità di vedute” con Grillo su alcuni aspetti fondamentali. Più precisamente punta a “una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale, non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non potrei essere io”. Si conclude così: “Per lui c’è, c’era e ci sarà sempre il ruolo di Garante. Ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo”. Quest’ultimo passaggio ci riporta al linguaggio aziendale. La politica come azienda?

Vito Crimi ferma la querelle: “Grillo e Conte hanno definito concordemente la nuova struttura di regole del M5S. Il Movimento si dota così di nuovi ed efficaci strumenti, proiettando al 2050 i suoi valori identitari e la sua vocazione innovativa”. Al momento, di “innovativo” sembra emergere l’italiano. O quanto meno viene da chiedersi: è comprensibile una lingua del genere, di là dei “Probiviri”?

Si vede che il Pasolini non ha insegnato nulla. A una corrispondente di una sua rubrica giornalistica che lo rimproverava di “scrivere troppo difficile” e di non riuscire a capirlo, il Nostro rispose: “Continuerò nella mia opera di semplificazione”. Ecco: “semplificazione”, soprattutto se si vuole rappresentare “il popolo”, qualunque cosa s’intenda per esso.

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