martedì, 23 Aprile 2024

Scuola, il ministro Bianchi: “Lavoriamo per didattica in presenza”

Il ministro dell'Istruzione Bianchi "boccia" la dad. E sulle vaccinazioni: "Fare atto di responsabilità collettiva".

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Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, oggi ha partecipato alla presentazione dell’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione (INVALSI). Nel corso dell’incontro ha dichiarato: “Stiamo lavorando per la scuola in presenza, ma bisogna che si completi l’opera di vaccinazione”. Si è soffermato sulla percentuale degli immunizzati: “L’85% degli insegnanti è vaccinato, ma siamo un po’ indietro con i ragazzi. Bisogna fare un atto di responsabilità collettiva. Faccio un appello, naturalmente lasciando la libertà alle persone”.
“Veniamo da due anni di grande sofferenza, è inutile che ce lo neghiamo”, ha detto poi il ministro. Riguardo ai nuovi modi di fare didattica, si è espresso così: “Sono anni in cui tutta la nostra scuola ha fatto ricorso a strumenti che non erano nella nostra tradizione, nella nostra storia. Ma sono strumenti che, in qualche modo, hanno segnato anche delle difficoltà”.
Bianchi si è soffermato anche sulla scuola prima della pandemia. “In realtà la nostra scuola non giunge nel 2019 in una forma splendida. Avevamo dei segnali molto preoccupanti di disuguaglianze interne al sistema sia dal punto di vista territoriale, tra nord e sud, sia dal punto di vista del territorio, tra aree interne e aree metropolitane”. Il ministro è preoccupato anche per le ripercussioni sulle classi della popolazione. “Avevamo disuguaglianze dal punto di vista sociale. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito. Ci sono problemi di discriminazione sociale”.
Un altro pericolo sollevato dal ministro riguarda la dispersione scolastica: “È molto alta e molto disuguale nel Paese, con le regioni del nord che già nel 2019 erano allineate ai migliori livelli europei e molte aree del sud che segnavano dei dati per noi inaccettabili”.
“Bisogna porre la scuola al centro del Paese per uscire da questa fase nella maniera migliore. La scuola è la base di ogni possibile rilancio: non c’è sviluppo del Paese se non c’è il rilancio della scuola. Nella dotazione materiale il Governo ha investito e sta investendo moltissimo. Prima del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha concluso – abbiamo già messo 3 miliardi e mezzo, stiamo mettendo un altro miliardo e mezzo per le infrastrutture”.

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