venerdì, 19 Aprile 2024

Terrorismo, l’Isis fa sentire la sua voce: minacce a Di Maio e a Roma. Solidarietà dal mondo politico

L'Isis torna a far sentire la sua voce e lancia minacce al ministro Di Maio e all'Italia.

Da non perdere

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio, ha ricevuto diverse minacce da mandanti dell’Isis. Una preoccupazione sempre più attanagliante per i cittadini dopo il caso di propaganda all’Isis fatta da un detenuto nelle carceri nei giorni scorsi.

A seguito delle minacce ricevute da Luigi Di Maio, italiani e in primis politici si stringono in profondo sostegno e solidarietà nei confronti del ministro degli Esteri. Il primo fra tutti, è stato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha ribadito “Pieno sostegno e profonda solidarietà a Luigi Di Maio”. Seguono i messaggi di solidarietà da parte da Giorgia Meloni, Salvini, Movimento 5 Stelle, Casellati, Fico e altri volti noti della politica. Il ministro della Salute, Speranza, è certo che queste minacce al ministro degli esteri non comporterà un dietrofront della lotta intrapresa al terrorismo.

Il Movimento 5 stelle non si lascia intimidire dalle minacce presenti nel settimanale dell’Isis e aggiunge: “Rivolgiamo la massima attenzione alla sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini. L’impegno del ministro di Maio e dell’Italia nella lotta al terrorismo e sotto gli occhi di tutti. Insieme, continueremo a lavorare per contrastare l’Isis e qualsiasi organizzazione terroristica”. L’Italia non si tira indietro, e così il premier con il pugno di ferro, aggiunge: “Il governo resta impegnato nel contrasto al terrorismo”.

Torna dunque la preoccupazione per l’Isis. Il 28 giugno si sono riuniti 83 membri della Coalizione globale anti-Isis, incontrati per la prima volta a Roma per la ministeriale plenaria. Una Conferenza a detta del Presidente del Consiglio, Mario Draghi definita come un “un successo”. Si è discusso molto sulla questione dell’Isis, Di Maio ha infatti ammesso che non è sufficiente combattere l’Isis in Iraq e in Siria, ma è necessario uscire dai confini, dove la sua presenza è pur sempre annidata. Definendo inoltre “preoccupante” l’espansione dello stato islamico in Africa e nel Sahel. Proteggere quelle regioni comporta una protezione anche per l’Europa.

 

Ultime notizie