“Ho posto le mie condizioni, non ho un piano B. Non faccio il prestanome di un leader ombra”. Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di oggi, delle ore 17:30, segna il punto e passa la palla al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo. Conte ribadisce di aver fatto il suo dovere, di aver fatto tutto il possibile, di aver lavorato per il rinnovamento del Movimento e invita nuovamente Grillo a non metterla sul personale. Conte c’è ma, alle sue condizioni.
Conte ci tiene a spiegare al popolo italiano, con franchezza e chiarezza, il motivo per cui, il 28 febbraio scorso ha rifiutato di entrare a far parte, nuovamente, del M5S. Beppe Grillo, infatti, gli chiese di diventare il leader politico del Movimento.
“Non si può imbiancare una casa che andrebbe, in realtà, ristrutturata“. Durante il confronto, infatti, l’ex presidente ci tiene ad elencare tutti i punti di contatto, ma soprattutto quelli di contrasto con i Cinque Stelle. Ha illustrato una serie di innovazioni, secondo lui, indispensabili per rendere più incisiva la forza politica: necessità di ampliare l’orizzonte di azione, in una dimensione europea e internazionale; istituire una scuola di formazione per elaborare progetti, condividere le migliori pratiche amministrative; necessità di organizzazione territoriale sì più agile ma ben articolata; introdurre forum tematici per avere polmoni capaci di dialogare, stabilmente, con la società civile; “ossigenare” periodicamente il Movimento. C’è bisogno di un Movimento con una chiara identità politica.
“In questi quattro mesi ho studiato tanto, ho letto la storia del Movimento. Ho fatto tantissimi incontri, anche se a distanza. Ho ascoltato suggerimenti di altri colleghi” – sottolinea Conte “Beppe mi è sembrato, secondo una mia considerazione, ritenere che tutto vada bene così come è, salvo alcuni aggiustamenti. Ma io l’ho detto fin dal primo incontro, non mi sarei mai prestato ad una mera operazione di facciata. Giuseppe Conte c’è ma non a capo di un Movimento a due teste o con due pensieri. Non accetto di inserirmi in un progetto in cui non credo”.
Il 13 febbraio scorso, Mario Draghi diventa il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e Giuseppe Conte, nonostante la sconfitta, promette a tutti gli italiani che ci sarebbe stato. Ancora non sapeva come, ma per affetto e riconoscenza per i traguardi raggiunti insieme, prima o poi avrebbe preso un impegno preciso. Oggi, ribadisce, di non voler sottrarsi ad alcun impegno, ma dice di volerlo fare nell’ottica di un vero rinnovamento dei pentastellati. Toccherà a Grillo, ora, esprimersi.