mercoledì, 24 Aprile 2024

Pisa, scoppia caso omofobia: cresce il numero di denunce per le lezioni sul tema gender

In una prima e terza media, durante l'ora di educazione civica, l'insegnante ha proiettato il monologo del rapper Fedez del primo maggio, per parlare di Ddl Zan e transgender. Scontro tra genitori, Associazione "Non si Tocca la Famiglia" e scuola.

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Cresce il numero di denunce da parte di genitori per le ore di lezione gender e sul Ddl Zan tra i banchi di scuola. Accade a Pisa, in particolare all’l’istituto comprensivo Niccolò Pisano, dove in una prima e terza media, durante l’ora di educazione civica, l’insegnante ha proiettato il monologo del rapper Fedez del primo maggio, per parlare di Ddl Zan e transgender.

Ed è subito scontro tra genitori, Associazione “Non si Tocca la Famiglia” e scuola.

Giusy D’Amico, presidente dell’Associazione riferisce: “Abbiamo inviato più volte alle direzioni didattiche segnalazioni e richieste di sano confronto per la valorizzazione del pluralismo culturale a fondamento della formazione del libero pensiero critico delle nuove generazioni. Ma nessuna risposta”. Fatto confermato dallo stesso preside Lucio Bontempelli che afferma: “Ho ricevuto, letto le email e non ho risposto. Ma le richieste dell’Associazione (scritte su richiesta di un gruppo dei genitori della scuola – ndr) erano irricevibili. Violano il buon senso e sono incoglibili da una struttura pubblica”.

Ma sono gli stessi ragazzi a contestare durante le ore educazione civica. “È vero. I ragazzi hanno sollevato questa obiezione. E la docente ha aperto il dibattito – conferma il Preside – Ma non è che ogni volta si può fare vedere un video opposto. Ha disturbato il riferimento fatto da Fedez ai forni crematori citati dai leghisti? È il politico che non doveva dirlo, non noi che invece possiamo riferirlo. Non si può ribaltare la realtà. E quello che ha detto Fedez è vero. Ma poiché chiaramente non si può fare di tutta l’erba un fascio – conclude il Dirigente scolastico – sarà compito della Lega distaccarsi da queste affermazioni, cosa che è stata detta in aula dalla docente”

Anche i sindacati intervengono nel dibattito, commentando il numero crescente di denunce. Pino Turi, segretario nazionale Uil scuola, afferma: “Le famiglie facciano le famiglie. Non possono spiare dal buco della serratura cosa avviene durante le ore di lezione. Il loro rapporto con la scuola va gestito nei momenti istituzionali attraverso gli organi collegiali. La scuola statale è l’unica che può consentire un dibattito plurale”. 

Non è dello stesso avviso il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso che afferma: “Le dichiarazioni del dirigente scolastico, se confermate, sarebbero di una gravità assoluta: sia per l’arroganza con cui sono state ignorate le legittime rimostranze delle famiglie sia per le considerazioni politiche del tutto inappropriate“.

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