martedì, 19 Marzo 2024

Migranti, 86 alla deriva in acque maltesi: arriva la Guardia Costiera italiana

Dopo aver soccorso 86 migranti nelle acque maltesi, sottraendoli alle autorità libiche, la Guardia Costiera italiana arriva in aiuto della Ong tedesca Resqship. Anche i profughi salvati da Medici Senza Frontiere accolti al porto di Augusta

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Dopo tre giorni di calvario, le 86 persone alla deriva soccorse da Resqship nell’area di ricerca e soccorso maltesi, sono state consegnate alle autorità italiane, sottraendole alla Guardia costiera libica.

Nella giornata di ieri, i naufraghi avevano contattato gli attivisti di Alarm Phone che si erano occupati di allertare tempestivamente il centro di coordinamento di Malta competente per il soccorso (MRCC). Dopo 10 ore, nessuna operazione era stata ancora avviata.

La nave Nadir dell’ente benefico tedesco Resqship, ha successivamente rintracciato gli 86 alla deriva su una barca di legno in tarda mattinata. Su Twitter, l’equipaggio precisava che a bordo dell’imbarcazione erano presenti diversi bambini e 3 donne incinte. I soccorritori hanno trasbordato i naufraghi per offrire cure mediche nell’attesa di una nave più grande che potesse condurli in un porto sicuro.

Il personale della Ong ha sollecitato le autorità maltesi, le quali hanno riferito che avevano ordinato a una nave mercantile nelle vicinanze, la Lady Nuray, di cambiare rotta per raggiungere i soccorritori. Ma la cargo pare non essere mai stata informata dall’MRCC.

In serata, è arrivata sul posto la Guardia costiera libica: “Hanno fortemente esortato il nostro equipaggio a partecipare al respingimento illegale delle persone in Libia“, ha riferito Resqship con un tweet, aggiungendo che, nel frattempo, “le autorità maltesi si rifiutano ancora di coordinare il caso, mettendo in serio pericolo la vita di molte persone”.

Nel pomeriggio la Ong ha ritwittato che “nelle prime ore del mattino, la Guardia costiera italiana ha offerto il suo aiuto e ha inviato una nave che ora porta le 86 persone in un porto sicuro in Italia”, ringraziando le autorità per il supporto.

Anche i 410 rifugiati, soccorsi dalla Geo Barents di Medici Senza Frontiere, sono stati finalmente assegnati al porto di Augusta. A bordo sono stati identificati più di 90 minori non accompagnati. La nave si era rivolta alle autorità maltesi e a quelle italiane per fornire ai profughi un porto sicuro, sottraendo centinaia di vite alle autorità libiche o alla morte in mare.

Ieri, infatti, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) hanno condannato Vos Triton, il mercantile che ha illegalmente riconsegnato, dopo averle soccorse, 270 persone alla Guardia costiera libica. “Il 15 giugno, la Guardia costiera libica le ha restituite al porto principale di Tripoli, dove sono state trattenute in detenzione dalle autorità libiche”, recita il comunicato stampa dell’UNHCR. “Le due organizzazioni ribadiscono che nessuno dovrebbe essere rimandato in Libia dopo essere stato soccorso in mare – continua l’agenzia delle Nazioni Unite – Secondo il diritto marittimo internazionale, le persone soccorse dovrebbero essere sbarcate in un luogo sicuro”.

Le agenzie precisano che, in assenza di meccanismi di sbarco prevedibili, chiunque salvi una vita in mare, non dovrebbe essere obbligato a consegnare le persone migranti in luoghi pericolosi, come la Libia dalla quale fuggono. Per questo motivo, OIM e UNHCR, ribadiscono l’urgenza, da parte di tutti gli Stati, di coordinarsi in modo da fornire tempestivamente alle ambulanze del mare il permesso di sbarcare in porti sicuri.

Dall’inizio dell’anno, la Guardia costiera libica ha riportato in Libia più di 13mila persone che, spesso, vengono rinchiuse nei centri di detenzione e in condizioni disumane. Secondo le Nazioni Unite, è stato già superato il numero totale delle persone intercettate, salvare e sbarcate in tutto l’anno 2020. Per centinaia di migranti, invece, il Mediterraneo è diventato la loro tomba.

 

 

 

 

 

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