venerdì, 19 Aprile 2024

Lazio blocca open day AstraZeneca over 18. Presidente dei virologi: “Vaccini con Rna messaggero”

Il siero anglosvedese di nuovo sul "banco degli imputati" dopo la morte della studentessa 18enne. Il Lazio sospende gli open day per la somministrazione del vaccino AstraZeneca agli over 18.

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La Regione Lazio annulla gli open day per gli over 18 previsti in questo fine settimana . È stata Elena Fattori, biologa e Senatrice di Sinistra Italiana, che dai microfoni di Radio Cusano Campus ha puntato dritto al nocciolo della questione: «Gli Open day AstraZeneca vanno sospesi per gli over 18, alcune regioni l’hanno fatto, il Lazio per esempio no, sto cercando di contattare l’assessore alla salute del Lazio D’Amato. L’Aifa raccomanda AstraZeneca solo agli over 60 e questa raccomandazione deve essere rispettata».

«Credo sia nata una gara tra le regioni per chi vaccinava di più, – ha sottolineato sollevando un tema già noto in ambiente medico – ma bisogna credere alla scienza anche quando quello che dice non ti piace e cioè che i vaccini non sono tutti uguali e che bisogna verificare i dati per valutare i rischi-benefici per tutte le fasce di popolazione. Bisogna essere in grado di essere flessibili e tempestivi, intervenendo volta per volta dopo aver valutato i dati che emergono».

«Adesso si sa e vorrei che tutte le regioni fermassero questi open day per i giovani   ha detto senza giri di parole – non è un dramma, visto che l’epidemia sta rallentando. Non ci possiamo permettere altri tentennamenti su questo vaccino. Questo apri e chiudi con Astrazeneca sta minando la fiducia dei cittadini nei confronti dei vaccini e ciò è gravissimo, non possiamo permetterci un’altra ondata di anti vaccinismo. Io da tempo seguo la difficoltà di dialogo tra scienza, politica e informazione e in questo caso è venuta fuori in maniera evidente».

Il tema è di tristissima attualità, la morte della studentessa 18enne in Liguria vaccinata durante un open day con il siero di AstraZeneca, pesa come un macigno. Arnaldo Caruso, Presidente della Società Italiana di virologia, è intervenuto a Rai Radio1: «I vaccini anti-Covid a vettore virale come AstraZeneca sono molto efficaci e tutto sommato sicuri. Le trombosi atipiche segnalate? Parliamo di un caso su un milione in cui abbiamo detto da sempre che possono verificarsi degli eventi infausti. Eventi che stanno aumentando nel momento in cui portiamo la vaccinazione sulle fasce più giovani. E quindi se i vettori virali danno questi problemi, specialmente in giovani donne, in una fase in cui il virus ci lascia un po’ più respirare e ci dà la possibilità di vaccinare nel tempo un po’ tutti con vaccini che oggi si sono resi disponibili come quelli a Rna messaggero, possiamo scegliere di fare una vaccinazione un po’ più mirata cercando di evitare il vettore virale in queste categorie più a rischio».

«Bisogna capire bene quali sono i meccanismi per alcuni soggetti particolari che vanno incontro a questi eventi. Non sappiamo rispondere sul perché il 70enne è meno a rischio della 30enne, se non con una particolare predisposizione di pochissimi soggetti a questa particolare forma di trombosi con emorragia, insolita in medicina. Chiaramente il vaccino è scatenante di una patologia che è di base ha aggiunto.

«Oggi possiamo ragionare di più sui vaccini e predisporre una vaccinazione per questi soggetti più giovani, principalmente donne, che sia basata prevalentemente su Rna messaggero – propone -. “Che Dio ce la mandi buona” lo dobbiamo dire con tutti i farmaci a disposizione, anche peggio. Il vaccino è relativamente molto sicuro. Il ministero e Aifa oggi per forza scioglieranno le riserve ed esprimersi sulla possibilità di fare una vaccinazione mirata con determinati vaccini per fasce d’età oggi è possibile. Abbiamo i vaccini, abbiamo il tempo per poter organizzare meglio una vaccinazione. Prima era una corsa, oggi può essere qualcosa di più meditato».

Da un lato si attendono nuove indicazioni sul vaccino AstraZeneca, per il quale l’uso preferenziale oggi previsto sopra i 60 anni potrebbe trasformarsi in un vero e proprio limite e sul nodo della seconda dose per gli under 60; dall’altro Caruso evidenzia l’importanza di vaccinarsi, anche per i più giovani: «Questo perché in una popolazione si ha la responsabilità di tutti. Immunità di gregge significa che chi non si può vaccinare per motivi importanti o chi non ha immunità sarebbe destinato a morire se prendesse l’infezione. Circa un 2-3% della popolazione corre questo rischio. Noi ci vacciniamo per salvare la vita a queste persone».

Come per la Regione Lazio, analoga iniziativa è stata attuata in Umbria.

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