giovedì, 28 Marzo 2024

Esclusa dalla Scuola di Polizia per un tatuaggio: legale valuta ricorso a Cedu

Una giovane bolognese di 32 anni è stata espulsa dalla Scuola Superiore di Polizia per un tatuaggio oramai rimosso. La decisione è stata presa dal Consiglio di Stato. Il legale valuterà se fare ricorso in Cassazione o alla Corte Europea per i diritti dell'Uomo

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Una ragazza bolognese di 32 anni è stata esclusa dalla Scuola superiore di Polizia per un tatuaggio al piede, fatto a 16 anni e poi rimosso.

La decisione è stata presa l’8 giugno dal Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del ministero dell’Interno.

ll Tar del Lazio aveva dato ragione al commissario per ben due volte. La giovane aveva già frequentato 16 su 18 mesi complessivi del corso dal quale è stata dimessa.

Nel dicembre 2018 partecipò al concorso per 80 posti, la commissione medica le aveva dato l’idoneità, in quanto aveva già iniziato le procedure per eliminare il tatuaggio con il laser.

La giovane aveva prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica e scelta come rappresentante delle donne della Polizia di Stato in un calendario benefico.

Per i giudici, il tatuaggio non può essere coperto con un collant e “non ha rilievo che il tatuaggio sia stato completamente rimosso in un momento successivo all’accertamento concorsuale”.

L’avvocato Silvia Gotti sta valutando di fare ricorso in Cassazione, di chiedere la revocazione del giudizio amministrativo, o di rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

 

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