venerdì, 19 Aprile 2024

Bielorussia, “confessione” di Protasevich: per Usa oppositori e Ue è stata indotta con la forza

Agli occhi di molti, le dichiarazioni dell'oppositore Roman Protasevich mandate in onda dalla Tv di stato sono il risultato di una evidente violazione dei diritti umani

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Il regime del presidente bielorusso Lukashenko l’ha definita intervista. Agli occhi di molti, però, le dichiarazioni dell’oppositore Roman Protasevich mandate in onda dalla Tv di stato sono ben altro: una confessione imposta forzatamente, il risultato di una evidente  violazione dei diritti umani, l’ennesima prepotenza delle autorità bielorusse dopo il dirottamento del volo Ryanair su Misk, giustificato con un falso allarme bomba, per arrestare proprio quell’oppositore politico che oggi si confessa.

Protasevich ammette di aver organizzato “disordini di massa”, di aver cercato di rovesciare il governo di Lukashenko e poi di aver “cominciato a capire” che Lukashenko “stava agendo correttamente” e quindi di “rispettarlo”. “Conosco mio figlio molto bene e non credo che direbbe mai queste cose”, ha commentato il padre Dmitri.

“Nessuno dovrebbe credere a queste parole perché sono state estorte con l’abuso e la tortura”, dice. “Ho visto chiaramente i segni delle manette e i lividi sulle braccia”, ha poi aggiunto la madre, Natalia. A sostenere l’ipotesi dei genitori del giornalista dissidente anche Amnesty International, secondo cui il 26enne aveva “ferite visibili” ai polsi e parlava “sotto una pressione psicologica intollerabile”.

Anche il capo della diplomazia britannica Dominic Raab pensa che Protasevich fosse “chiaramente sotto costrizione”, e ha definito l’episodio “inquietante”. Dello stesso parere è il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, secondo cui la confessione è “assolutamente vergognosa e poco plausibile”. “Questa è una vergogna per l’emittente televisiva e per la leadership bielorussa che mostra ancora una volta il suo disprezzo per la democrazia e, va detto, per l’umanità”, dice Seibert.

Il filmato sembra avere un chiarissimo e non troppo velato intento propagandistico: si vuole screditare l’opposizione e coloro che protestano contro il regime. In video Protasevich sembra davvero provato, rinnega il suo pensiero e dice che è addirittura “inutile” continuare a protestare contro Lukashenko, contro quell’uomo che non più tardi del mese scorso chiamava “dittatore”. Afferma di aver deciso di sua spontanea volontà di confessarsi in tv. Alla fine scoppia a piangere e si augura di potersi un giorno sposare e avere dei figli. Il giornalista rischia 15 anni di carcere o, addirittura la pena di morte per “disordini di massa” ed è nella lista degli individui potenzialmente “coinvolti in attività terroristica”.

Non tarda ad arrivare lo sdegno della Ue e degli Usa. Uno sdegno fatto non solo di parole, ma di mosse concrete: previste nuove sanzioni contro il regime e l’Europa ha congelato i voli verso la Bielorussia e il sorvolo del paese. A sostenere il modus operandi dell’Occidente, anche la leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, che ha invitato la comunità internazionale a intervenire, sostenendo che il 26enne abbia rilasciato quelle dichiarazioni solo perché costretto. Secondo Tikhanovskaya, con la violenza “puoi far dire a una persona qualunque cosa tu voglia. Lukashenko era una minaccia per la sicurezza europea anche prima del dirottamento del volo Ryanair e del rapimento di Roman Protasevich. Non sappiamo fin dove il regime possa spingersi ora in altri atti di terrorismo di stato” e per questo, dice la leader dell’opposizione in un’intervista a La Repubblica, “l’Europa e tutti i paesi democratici non possono più chiudere gli occhi”.

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