L’impero di Jeff Bezos si schiera a favore della legalizzazione della marijuana negli Stati Uniti. Il capo dei consumatori, Dave Clark, lo ha annunciato sul blog di Amazon spiegando che il team di policy pubblica della società di e-commerce sosterrà attivamente il MORE Act, Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act, che punta a legalizzare la marijuana a livello federale.
Clark ha aggiunto che nel programma di controlli propedeutici all’assunzione in Amazon, non ci sarà più la marijuana. Molti degli stati degli USA hanno già legalizzato l’uso dei cannabinoidi, ma, nonostante tutto, diversi datori di lavoro hanno finora ampiamente rifiutato di lavorare con l’industria: la cannabis è infatti una sostanza ancora classificata a livello federale. “In passato, come molti datori di lavoro, abbiamo scartato persone se risultavano positive all’uso di marijuana”, ha detto Clark. “Tuttavia, dato che le leggi statali si stanno muovendo negli Stati Uniti, abbiamo cambiato rotta”. Secondo il servizio di ricerca legale online Westlaw, Amazon è stata colpita da una class action in base al quale la società stava violando una legge di New York testando i candidati per i lavori presso le strutture locali per verificare il consumo di marijuana.
Tuttavia, i lavoratori possono ancora essere controllati per compromissione sul lavoro e “verranno testati per tutte le droghe e l’alcol dopo qualsiasi incidente”. Inoltre, una nova modifica riguarda l’uso della metrica “Time Off Task”, una misura del tempo che i lavoratori trascorrono lontano dagli strumenti nelle loro postazioni. Si tratta di una delle politiche citate nei rapporti sulla pressione che i dipendenti hanno subito per evitare le pause per l’uso dei servizi igienici e mantenere un ritmo accelerato; fattori strettamente legati agli infortuni sul lavoro. “A partire da oggi, stiamo calcolando la media dei tempi di inattività su un periodo più lungo per garantire che ci sia più segnale e meno rumore, rafforzando l’intento originale del programma”, ha affermato Clark.