La dichiarazione Isee dalla quale si ricava l’indicatore della situazione economica di ogni nucleo familiare, è diventata ormai indispensabile per accedere alla maggior parte delle agevolazioni pubbliche: reddito e pensione di cittadinanza, pagamento delle tasse universitarie e della mensa scolastica in misura ridotta, pagamento rateizzato delle cartelle e molto altro.
Non sempre, però, la dichiarazione Isee rispecchia la situazione familiare reale: sia il patrimonio, che i redditi dei componenti della famiglia risalgono al secondo anno precedente alla presentazione della dichiarazione. Oltretutto può succedere che ci siano delle modifiche nella composizione proprio del nucleo. Come fare in questi casi?
Come abbassarlo?
C’è un modo per far sì che la dichiarazione Isee rispecchi la reale situazione del reddito familiare: serve presentare il modello Isee corrente, in modo da aggiornare i redditi del nucleo familiare praticamente in tempo reale.
L’Isee si può abbassare anche aggiornando la composizione del nucleo familiare: uscire dal nucleo familiare, però, è possibile soltanto se si cambia residenza, oppure nel caso in cui ci si possa avvalere del nucleo familiare ristretto per la presentazione di Isee sociosanitario-disabili.
Abbassare l’Isee omettendo di dichiarare redditi, beni mobili o immobili, invece è sbagliato, non solo per le sanzioni penali a cui ovviamente ci si espone, ma anche perché, con l’Isee precompilato, dal 2020 quasi tutti i dati della dichiarazione saranno conosciuti dall’Inps ancora prima di presentare il modello, grazie ai collegamenti con numerose banche dati.
Quando si possono abbassare i redditi Isee?
È possibile abbassare i redditi Isee, aggiornandoli agli ultimi 12 mesi, e in alcuni casi agli ultimi 2 mesi, presentando il modello Isee corrente.
Ed è necessario:
-che esista già un Isee in corso di validità per lo stesso nucleo familiare;
– che, per almeno un componente del nucleo, sia cessato il rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi dell’Isee ordinario; che, per almeno un componente del nucleo, sia stata sospesa l’attività lavorativa dipendente a tempo indeterminato, dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi dell’Isee ordinario;
– che, per almeno un componente del nucleo, sia stato ridotto l’orario di lavoro, se dipendente a tempo indeterminato, dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi dell’Isee ordinario;
– che almeno un componente del nucleo abbia perso un’occupazione a tempo determinato o un impiego flessibile, purché possa dimostrare di essere stato occupato per almeno 120 giorni nei 12 mesi precedenti la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro; la variazione della situazione deve avvenire, ugualmente, dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi dell’Isee ordinario;
– che almeno un componente del nucleo abbia terminato l’attività di lavoro autonomo, se svolta in via continuativa per un minimo di 12 mesi; anche questa variazione lavorativa deve avvenire dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dei redditi dell’Isee ordinario;
– che uno dei componenti del nucleo perda una pensione, una prestazione di assistenza o un differente trattamento non rientrante nel reddito complessivo ai fini Irpef;
– che si verifichi uno scostamento della variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare, pari almeno al 25% rispetto alla situazione reddituale calcolata con la prima dichiarazione Isee.
Validità Isee con redditi aggiornati?
La validità dell’Isee corrente è pari a 6 mesi, e decorre dal momento della presentazione del modulo sostitutivo della dichiarazione. Se però intervengono variazioni nella situazione lavorativa o nel godimento di eventuali trattamenti, l’Isee corrente deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione.
Si possono togliere dei familiari dall’Isee?
Il nucleo familiare ai fini Isee non sempre coincide con la famiglia anagrafica: in alcuni casi, si può far parte dello stesso nucleo familiare anche se si ha una residenza differente, si è separati o divorziati.
I coniugi separati o divorziati continuano a far dello stesso nucleo familiare Isee se continuano a risiedere nella stessa residenza; se la separazione o il divorzio sono avvenuti dopo il 1° settembre 2018, il cambio di residenza deve essere certificato da un verbale della polizia locale.
I figli maggiorenni non conviventi con i genitori fanno parte del nucleo familiare dei genitori esclusivamente quando di età inferiore a 26 anni.
I componenti già facenti parte del nucleo familiare continuano a farne parte ai fini dell’Isee anche a seguito di variazioni anagrafiche, se continuano a risiedere nella stessa abitazione.
Salvo alcune eccezioni (genitore sposato con altra persona o che ha figli con un’altra persona, obbligato agli assegni periodici, estraneo, allontanato, escluso dalla potestà), i genitori non sposati né conviventi fanno parte dello stesso nucleo (chi è sposato o ha figli con un’altra persona è considerato componente aggiuntiva del nucleo familiare).
Se deve essere presentato l’Isee sociosanitario, è possibile restringere il nucleo, includendo solo i redditi del disabile, del coniuge e dei figli.
Si possono modificare redditi e patrimoni dall’Isee precompilato?
Dal 2020 esiste l’Isee precompilato: ovvero il contribuente trova la dichiarazione Isee nel sito dell’Inps comprensiva di quasi tutte le informazioni necessarie, come redditi, patrimonio immobiliare e mobiliare. In caso di errori, è possibile effettuare correzioni, ma in caso di controlli è indispensabile conservare la documentazione che comprova la presenza di inesattezze nelle banche dati.